AGI - "Hamas è disposta a liberare gli ostaggi israeliani". La rivelazione arriva direttamente dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale ha confermato che le famiglie degli ostaggi israeliani hanno inviato una lettera chiedendo al governo turco di mediare.
"In questo momento abbiamo notizie degli ostaggi - ha detto Erdogan - e sappiamo che Hamas è disposta a liberarli. Abbiamo ricevuto una lettera dalle famiglie israeliane, ci è stato chiesto di intercedere per la liberazione. Noi non vogliamo che ci siano ostaggi, ma ancora una volta dobbiamo guardare da entrambi i lati e Israele ha tantissimi palestinesi in carcere, tra cui bambini di cinque anni".
"Gli ostaggi israeliani sarebbero stati già liberati se il loro esercito non avesse bombardato indiscriminatamente, colpendo civili palestinesi ma anche i propri cittadini prigionieri - ha aggiunto il presidente turco di rientro da una importante visita in Germania -. I bombardamenti su Gaza hanno colpito anche i prigionieri e i nostri servizi segreti sono al lavoro per chiarire la dinamica di quanto accaduto".
Sempre Erdogan ha ribadito l'intenzione del suo Paese di denunciare i crimini di guerra commessi dal governo israeliano durante le operazioni militari nella Striscia di Gaza. "Non lasceremo impuniti i crimini di Israele - ha detto -. Agiremo in tutte le sedi opportune".
Intanto, decine di persone, almeno 50 secondo il ministero della Sanità di Hamas, sarebbero state uccise in un attacco israeliano contro una scuola che ospitava sfollati in un campo profughi gestito dalle Nazioni Unite nel nord della Striscia di Gaza.
L'attacco è avvenuto "all'alba, nella scuola di al-Fakhura", ha detto all'AFP un funzionario del ministero. Le immagini pubblicate sui social network mostrano corpi, alcuni coperti di sangue, altri ricoperti di polvere, sui pavimenti dell'edificio, dove erano stati posizionati dei materassi sotto i banchi.
Per il movimento islamista il bilancio delle vittime di questi 43 giorni di guerra va aggiornato: sarebbero oltre 16mila i palestinesi rimasti uccisi negli attacchi di Israele, tenendo conto anche delle 3.750 persone che mancano all'appello e che si ritiene siano rimaste sepolte sotto le macerie.
"Tutti parlano dei civili israeliani uccisi, ma purtroppo sono stati uccisi 13 mila civili innocenti palestinesi. Non si può continuare a giustificare questo massacro con l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Non è la maniera giusta di spiegare questa storia ", ha commentato ancora Erdogan che in Germania ha avuto un incontro con il presidente Frank Walter Steinmeier e con il cancelliere Olaf Scholz.
Il presidente turco è tornato ad 'attaccare' il premier israeliano: "Netanyahu è finito. Andrà via e saremo salvi da questo personaggio. Il 60/70% degli israeliani non lo vuole e anche la comunità internazionale se ne sta accorgendo perchè il prezzo di questa guerra lo stanno pagando tutti".
"Questo governo israeliano - ha ribadito Erdogan - deve rispondere dei propri crimini dinanzi la Corte Penale Internazionale. Se al posto di Israele ci fosse stato un Paese musulmano il procedimento sarebbe già avviato".
In giornata, centinaia di persone hanno abbandonato a piedi l'ospedale di al-Shifa, a Gaza City, ma una buona parte non è stata in grado di lasciare la struttura come richiesto dalle truppe israeliane. Lo ha riferito ad al-Jazeera una fonte di quello che è il più grosso complesso ospedaliero della Striscia.
"L'esercito israeliano ha chiesto ai presenti di lasciare l'ospedale e non tutti sono riusciti a uscire: un certo numero di coloro che erano in ospedale se ne sono andati, ma altri sono rimasti, compresi i feriti e i malati", ha raccontato la fonte.
L'esercito israeliano ha comunque respinto l'accusa di aver ordinato l'evacuazione. In una nota, lo stesso esercito ha anche fatto sapere che il personale medico dell'ospedale poteva rimanere sul posto e assistere i pazienti, precisando che chi avesse desiderato lasciare la struttura avrebbe potuto farlo attraverso un percorso sicuro.
"Questa mattina - ha spiegato il portavoce dell'Idf - l'esercito ha risposto alla richiesta del direttore dell'ospedale al-Shifa di consentire ai civili di Gaza, rifugiati nell'ospedale e interessati ad andarsene, di lasciare l'ospedale attraverso un percorso sicuro". Nella nota si è evidenziato che nella notte, "l'esercito ha continuato a fornire cibo, acqua e aiuti umanitari all'ospedale".
Al di là della parziale evacuazione, resta che per l'esercito israeliano al-Shifa nasconda un centro di comando di Hamas e costituisca quindi un obiettivo militare.
Almeno cinque palestinesi sono stati uccisi e altri due feriti in un'esplosione avvenuta in un edificio in un campo profughi nella città di Nablus, in Cisgiordania, mentre 26 persone sono state uccise in un attacco contro un edificio residenziale a Hamad, un quartiere nella zona di Khan Younis. Israele ha lanciato un nuovo avvertimento agli abitanti della città nel sud della Striscia affinché si trasferiscano a ovest per evitare il fuoco incrociato.
Volantini lanciati da aerei israeliani esortano a spostarsi in una “zona sicura” nella minuscola città costiera di Mawasi. L’avvertimento potrebbe costringere centinaia di migliaia di palestinesi fuggiti a sud dall’assalto israeliano a Gaza City a spostarsi nuovamente, aggravando la crisi umanitaria.
Una prima spedizione di carburante è entrata a Gaza dopo che Israele ha ceduto alle pressioni degli Stati Uniti per consegne limitate per consentire il trattamento delle acque reflue e la ripresa delle comunicazioni dopo un blackout di due giorni.
Il consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, ha detto venerdì che il gabinetto di guerra ha accettato di consentire a due autocisterne di entrare ogni giorno, ma la Casa Bianca ha affermato che il carburante dovrebbe poter arrivare “su base regolare e in quantità maggiori”.
Intanto è atterrato ad Abu Dhabi il primo aereo con bambini e minori palestinesi feriti. Si tratta di un'iniziativa degli Emirati Arabi Uniti per accogliere 1.000 minori palestinesi rimasti feriti nelle battaglie e nei bombardamenti nella Striscia di Gaza.
Medici Senza Frontiere (MSF) ha fatto sapere che sta cercando di evacuare parte del personale e le loro famiglie attualmente intrappolati all’interno delle strutture dell’organizzazione vicino ad al-Shifa. Da sabato scorso, il personale e le famiglie di MSF – 137 persone, di cui 65 bambini – non sono stati in grado di uscire a causa dei combattimenti.
Le principali società di telecomunicazioni di Gaza, Paltel e Jawwal, hanno confermato il “ripristino parziale” dei servizi di telecomunicazioni in varie parti di Gaza. Un funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha esortato Israele a smettere di usare l’acqua come arma e a consentire l’ingresso di acqua potabile e carburante per riavviare la rete idrica.