AGI - "La dignità delle persone è stata strappata dal giorno alla notte. Immaginiamo cosa questo significhi per un essere umano. Bambini nei rifugi chiedono, supplicando, un sorso d'acqua e un pezzo di pane. Alcuni bambini si ritrovano rifugiati nelle scuole dove una volta studiavano. La gente ci dice che deve fare la coda per due, tre ore solo per andare al bagno". È quanto ha denunciato Juliette Touma, direttrice della comunicazione dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i palestinesi.
"In questo momento - ha spiegato, in collegamento video, ai media internazionali alle Nazioni Unite - nessun posto è al sicuro nella Striscia di Gaza, né il nord, né il sud e neanche le zone di mezzo". "Dei miei colleghi - ha aggiunto - un terzo è stato ucciso nelle aree centrali e meridionali. Delle quasi settanta delle strutture colpite, la grande maggioranza si trovava a nord".
From our#Gaza team @TomWhite:
— UNRWA (@UNRWA) November 16, 2023
There will NOT be a cross-border aid operation at the Rafah Crossing tomorrow.
The communications network in #Gaza is down because there is NO fuel.
This makes it impossible to manage or coordinate humanitarian aid convoys. pic.twitter.com/Kaj8z0lE9f
La direttrice della comunicazione dell'Unrwa ha ricordato che i lavoratori dell'Onu rimasti uccisi nella Striscia sono 103, ma "questo è il numero che siamo stati in grado di confermare, il numero reale probabilmente è molto più alto". "Abbiamo perso il contatto con molti dei nostri staff - ha sottolineato - e temiamo che alcuni di loro si trovino ancora sotto le macerie".
Questi colleghi non avevano niente a che fare con questo conflitto, erano persone che avevano dedicato la loro vita a servire le loro comunità e ora sono morte"
Alla domanda di un giornalista se abbia chiesto agli israeliani perché abbiano colpito i dipendenti e le strutture delle Nazioni Unite, la responsabile della comunicazione ha risposto: "Quando ogni giorno riceviamo la lista dei morti è un momento tremendo, questi sono nostri colleghi e amici, che stavano lavorando. Alcuni sono stati uccisi mentre erano a casa, altri mentre erano sfollati nei rifugi o con le loro famiglie. Noi non conosciamo le circostanze di come siano andate le cose, e al momento non siamo in grado di avere altre informazioni".
"Quando la guerra sarà finita - ha promesso - saremo capaci di sapere di più, non solo su come sia successo, cosa che è assolutamente fondamentale, ma anche il perché le nostre strutture siano state colpite".
Touma ha poi respinto le accuse essere allineata con Hamas: "Noi operiamo non solo a Gaza, ma in Siria, Libano, Giordania, Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. Tutto il nostro staff viene selezionato e sottoposto a screening, e i nostri elenchi non vengono forniti ai governi che ci ospitano".