AGI - "Troppo poco è stato fatto" per porre fine agli abusi contro i lavoratori migranti in Qatar. Abusi che persistono ancora anche a quasi un anno dalla fine dei Mondiali di calcio del 2022. La denuncia arriva da Amnesty International che chiede di non spegnere i riflettori su quello che accade nel Paese del Golfo.
Prima, durante e dopo l'evento, il ricco emirato ha dovuto affrontare una valanga di critiche per la sua situazione dei diritti umani e per il trattamento riservato ai lavoratori migranti. Per rimediare, con l'aiuto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), ha rivisto le sue leggi in tema di occupazione, introducendo un salario minimo e riforme in materia di salute e sicurezza, e ha smantellato il suo controverso sistema di sponsorizzazione "Kafala".
Per Steve Cockburn, direttore del Programma di giustizia economica e sociale di Amnesty International, "la continua incapacità del Qatar di attuare o rafforzare queste riforme mette seriamente a rischio ogni potenziale beneficio per i lavoratori". Il governo, invece, "deve rinnovare con urgenza il suo impegno a proteggere i lavoratori, e con la FIFA deve concordare piani di risarcimento per tutti coloro che hanno sofferto" per questi soprusi. Amnesty e altri gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente chiesto al Qatar e all'organo di governo del calcio internazionale di istituire un fondo per i feriti e le famiglie dei lavoratori morti nei cantieri della Coppa del Mondo.
Un anno dopo i Mondiali di calcio in Qatar: quale futuro per i lavoratori? https://t.co/IFxMIC3lF7
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) November 16, 2023
In un comunicato di giovedì, la Fifa ha dichiarato che uno dei suoi sottocomitati sta continuando a studiare l'impatto delle riforme intraprese dal Qatar. "È innegabile che siano stati compiuti progressi significativi, ma è altrettanto chiaro che l'attuazione di riforme di così ampia portata richiede tempo e che sono necessari maggiori sforzi per garantire che esse vadano a beneficio di tutti i lavoratori del Paese", ha aggiunto l'organismo calcistico.
Il Qatar ha contestato il numero di morti accidentali nei cantieri della Coppa del Mondo, che gli attivisti per i diritti umani stimano in migliaia, e ha accusato i suoi critici di usare due pesi e due misure. "Oggi, a un anno dai Mondiali, è stato fatto troppo poco per rimediare a tutti questi errori, ma i lavoratori che hanno reso possibile la Coppa del Mondo 2022 non devono essere dimenticati", ha dichiarato Cockburn.
È stato fatto troppo poco?
Amnesty ha criticato il fatto che la paga minima degli operai sia rimasta uguale al livello del 2021, nonostante l'aumento del costo della vita, e ha affermato che persistono carenze in termini di mancato pagamento dei salari e di mobilità dei lavoratori. In un rapporto pubblicato all'inizio di questa settimana, l'ufficio dell'ILO in Qatar ha rilevato casi di ritorsioni da parte dei datori di lavoro nei confronti degli operai che chiedono di poter cambiare mansione, tra cui la cancellazione dei visti di soggiorno o la presentazione di false accuse relative a presunte fughe.
Tuttavia, l'organizzazione ha sottolineato che le denunce per casi di questo tipo sono "diminuite notevolmente rispetto agli anni precedenti". In risposta alla dichiarazione di Amnesty, il Qatar International Media Bureau, ha affermato che la Coppa del Mondo ha "accelerato" le riforme sociali nel Paese, lasciando una "eredità duratura".
L'ente ha aggiunto che le riforme introdotte sono "un esempio per altri Paesi di come un sistema possa essere revisionato con successo" e che "le riforme esistenti continuano a essere pienamente attuate".
L'Arabia Saudita, che ha l'ambizione di ospitare i Mondiali di calcio del 2034, è stata sollecitata a prendere impegni in materia di diritti umani da importanti gruppi di difesa per non ripetere. Per Amnesty, "gli abusi legati ai Mondiali di calcio del 2022 dovrebbero servire a ricordare agli organismi sportivi che i diritti umani devono sempre essere al centro delle decisioni prese per l'assegnazione degli eventi".