AGI - Domenica 35 milioni di argentini sono attesi alle urne per il ballottaggio delle presidenziali che opporrà il ministro dell'Economia uscente, il peronista Sergio Massa, all'ultraliberista di estrema destra Javier Milei. Un voto dall'esito cruciale per il Paese latino-americano alle prese con una grave crisi inflazionistica e con un crescente tasso di povertà che ricordano un drammatico passato recente.
Programmi agli antipodi
Il confronto è tra due visioni molto diverse, soprattutto in materia di politica socio-economica e internazionale, mentre i toni della campagna elettorale sono sempre più accesi, sfociati in insulti tra i due contendenti. Un secondo turno dall'esito altrettanto incerto in quanto nei sondaggi a separare Milei - definito la "sorpresa" di queste elezioni - da Massa è una differenza minima, tra l'1,5 e il 4%, tale da impedire qualsiasi pronostico sul risultato finale, che sarà sicuramente molto serrato.
“Boronbombon Boronbombon el que no salta es un ladrón”pic.twitter.com/N9McG0Ew5A
— Ro ⭐️⭐️⭐️ (@romivn30) November 14, 2023
Gli 'indecisi' saranno 'decisivi'
L'ago della bilancia sarà l'elevata percentuale di elettori ancora indecisi, a cui nell'ultimo dibattito-duello televisivo i due avversari si sono spesso rivolti. Milei, ultraliberista di estrema destra, leader di 'La libertà avanza', con idee tradizionaliste in materia di politica sociale, ha denunciato di essere vittima di una "campagna di paura" portata avanti contro di lui.
"Votate senza paura, perché la paura paralizza, e se vi paralizzate giova allo status quo, quello che ci impoverisce", ha detto l'aspirante presidente, 53 anni, grande ammiratore di Trump. I due rivali si accusano a vicenda di mentire, di essere corrotti e di inquinare il Paese.
Milei, arrivato secondo al primo turno con il 29,98% dei voti, non ha risparmiato le sue critiche nei confronti del governo centrista al potere, di cui Massa - 36,68% dei consensi - è il ministro dell'Economia, accusandolo di "fallimento", "decadenza" e "impoverimento", mentre l'inflazione è al 138% e la povertà al 40%.
Inoltre ha invitato i tanti elettori indecisi ad abbandonare "questa casta politica ladra, corrotta e parassitaria" dalla quale, secondo lui, è proveniente il campo di Massa, che "è appena stato al potere per 16 anni" sugli ultimi 20. Infine Milei ha trattato il rivale chiamandolo "Pinocchio", in quanto starebbe mentendo sul suo programma elettorale.
Il ministro dell'Economia uscente, candidato del partito progressista della coalizione di governo Unione por la Patria, ha invece attaccato l'avversario per alcune sue proposte radicali di riduzione della spesa pubblica, tra cui i sussidi ai trasporti, alle università, alle privatizzazioni, alla dollarizzazione dell'economia.
Nel mirino di Massa c'è anche la personalità "aggressiva" di Milei, che secondo lui non è dotato di "capacita', calma, connessione con la realtà ed equilibrio mentale", deplorando il fatto che si sia rifiutato di sottoporsi a un test psicoattitudinale.
#VieneLaArgentina que estábamos esperando pic.twitter.com/Duyla3qVYw
— Sergio Massa (@SergioMassa) November 13, 2023
Gli altri temi controversi
Altro terreno di scontro e divergenza tra gli aspiranti alla Casa Rosada è la politica estera dell'Argentina. Milei intende prendere le distanze da Brasile e Cina, i due principali partner del Paese, nei confronti dei quali ha avuto parole molto dure negli ultimi mesi, evocando perfino una rottura dei rapporti diplomatici.
"Non avremo rapporti con coloro che non rispettano la libertà individuale e la pace. Non voglio sapere nulla di loro", ha insistito il candidato di estrema destra, pur affermando che ciò non impedisce il commercio privato con questi Paesi, o con altri al loro posto. Nei piani di governo del candidato di estrema destra c'è una "riforma integrale dello Stato", forti tagli al bilancio dello Stato con la cancellazione di tutti gli aiuti sociali, la soppressione dei ministeri della Sanità, dell'Istruzione, dello Sviluppo sociale e della condizione femminile.
In campagna elettorale Milei ha promesso di far pagare meno tasse ai cittadini, una maggiore flessibilità del lavoro per creare occupazione, la dollarizzazione dell'economia e una maggiore sicurezza sul territorio nazionale.
Tra le sue proposte più controverse c'è il divieto di aborto - che sarebbe un passo indietro, essendo legale solo dal 2020 - la liberalizzazione del commercio delle armi, la vendita libera di organi in Argentina e il divieto di accesso al Paese ai cittadini stranieri con precedenti giudiziari.
La debolezza di colui che fino a pochi mesi fa veniva considerato un outsider risiede nella mancanza di un potente apparato politico radicato nelle varie province, mentre il rivale peronista può contare su una solida e storica 'macchina da guerra politica' impiantata ai quattro angoli dell'Argentina.
Tuttavia il malcontento degli argentini è tale che Milei ha qualche possibilità di mettere seriamente in difficoltà Massa, anche se poi, secondo gli analisti, le sue capacità di governare saranno limitate dal Parlamento - dominato dai peronisti - che rischia di bloccare le sue riforme.
Le regole del voto
In Argentina la partecipazione elettorale è obbligatoria per coloro che hanno più di 18 anni e meno di 70 anni, ed è facoltativa per quelli tra 16 e 17 anni, nonché per i cittadini di eta' superiore a 70 anni. Se l'elettore non ha partecipato alle elezioni interne ai partiti lo scorso 13 agosto (Paso, primarie), potrà comunque prendere parte al voto di domenica.
Tuttavia, per non essere iscritto nel Registro dei Violatori dell'Obbligo di Voto, l'avente diritto dovrà presentare alla Camera Elettorale Nazionale il certificato che giustifica la sua assenza al Paso.
Lo sguardo esterno
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) sta monitorando molto attentamente le promesse fatte nell'ambito della campagna elettorale presidenziale e non esita a intervenire per smorzare l'entusiasmo di alcuni candidati, proprio alla luce del debito record del Paese.
Indebitato per 45 miliardi di dollari con l'organismo finanziario e alle prese con un'inflazione a tre cifre, tramite la sua portavoce, Julie Kozack, con tono diplomatico e parole scelte con cura, l'organismo finanziario ha espresso sue riserve sulle proposte avanzate da alcuni dei candidati. Il piano di dollarizzazione dell'economia argentina, difeso dall'ultraliberale Milei, non è attraente secondo l'Fmi.
"È importante garantire la sostenibilità a lungo termine del sistema di cambio che verrà scelto. A questo proposito, la dollarizzazione richiede importanti passi preparatori e non può sostituire una solida politica macroeconomica", ha avvertito Kozack. In merito alla serie di misure a favore del potere d'acquisto adottate dal ministro dell'Economia e candidato della coalizione peronista di centrosinistra, Massa, per l'Fmi "si aggiungono alle sfide che l'Argentina deve affrontare".
"Stiamo lavorando per comprenderne meglio le conseguenze e valutare la necessità di eventuali misure compensative per rafforzare la stabilità e preservare gli obiettivi del programma", ha detto la portavoce dell'organismo finanziario. Nelle ultime settimane Massa ha annunciato aumenti dell'assistenza sociale, riduzioni fiscali per i salari bassi e i pensionati e assistenza creditizia per le piccole e medie imprese: tutte misure dall'attuazione complessa a causa del debito record dell'Argentina.
Il futuro vincitore delle elezioni presidenziali dovrà affrontare a dicembre la prossima revisione degli obiettivi di deficit fiscale e di accumulo di riserve valutarie previsti dall'accordo sul rifinanziamento del debito argentino.