AGI - C'è attesa a Madrid, nonostante le violente proteste notturne, per il voto di fiducia al secondo governo Sanchez. Il Congresso spagnolo dovrebbe infatti rieleggere proprio oggi il segretario generale del Psoe, Pedro Sanchez, che è riuscito a chiudere diversi accordi con i suoi partner in Parlamento e ha promesso un'amnistia per i leader separatisti catalani, in cambio dell'appoggio degli indipendentisti di Junts.
Nella seconda giornata di dibattito che prevede poi la votazione sulla fiducia, la sede del Parlamento a Madrid rimane protetta da un cordone di polizia dopo gli scontri avvenuti nella notte, presso la sede del Psoe. Questa mattina comunque la situazione appare meno tesa davanti al Congresso: non ci sono molti dei manifestanti che ieri hanno protestato contro la legge sull'amnistia e contro il leader socialista.
La portavoce di Euskal Herria Bildu - la coalizione di partiti politici spagnoli, operativi nei Paesi Baschi - Mertxe Aizpurua, è la prima a essere intervenuta questa mattina per spiegare la posizione del suo gruppo, favorevole all'investitura di Sanchez, che molto probabilmente riuscirà a essere rieletto presidente alla prima votazione con una confortevole maggioranza: 179 voti, tre in piu' della maggioranza assoluta richiesta.
Almeno dodici persone sono state arrestate nella notte, nei pressi della sede del partito socialista (Psoe), dove da oltre una settimana tengono banco le proteste contro l'amnistia promessa dal premier ad interim in cambio dei voti necessari a formare una nuova maggioranza. Gli agenti delle unita' di intervento della polizia hanno ancora caricato con manganelli e palline di gomma per disperdere i manifestanti che hanno lanciato razzi e altri oggetti contundenti nel tentativo di sperare le recinzioni di protezione.
Nonostante il dissenso e le piazze infiammate, Pedro Sanchez - leader del secondo partito spagnolo più votato alle scorse elezioni di luglio - non ha mai fatto mistero di voler puntare alla rielezione a Primo Ministro nella prima sessione del dibattito di investitura difende peraltro la sua candidatura che, ha assicurato, porterà stabilità al Paese.
Grazie al controverso accordo siglato con Junts (Uniti per la Catalogna), la coalizione indipendentista dall'ex presidente Carles Puigdemont, Sanchez può contare sui voti di ben sette partiti incluso quelli separatisti che, tuttavia, condizionano il loro appoggio a un eventuale 'Sanchez 2' al mantenimento delle promesse fatte: la legge di amnistia per i secessionisti catalani del 2017. Per i manifestanti, il patto tra i socialisti e Junts rappresenta un tentativo di 'colpo di stato'. Il leader socialista sostiene invece che l'amnistia proposta è assolutamente legale e conforme alla Costituzione.