AGI - Sarà la prima stretta di mano di quest'anno tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il suo omologo statunitense, Joe Biden. Un incontro organizzato da tempo e nei minimi dettagli dalle rispettive diplomazie, a margine del summit Apec, l'Asia-Pacific Economic Cooperation, l'organismo che raggruppa le ventuno economie che si affacciano sul Pacifico, che quest'anno si tiene a San Francisco (California).
L’incontro tra i due leader è solo il secondo (di persona) in quasi tre anni. Si svolgerà a porte chiuse ma è considerato l’evento principale del vertice: anticipato da una stagione di tensioni crescenti nei rapporti bilaterali, si spera potrà rappresentare un buon primo passo verso il 'disgelo' tra Cina e Stati Uniti e l'avvio di una qualche forma di cooperazione sui dossier più complessi.
Per l'attesissimo faccia a faccia tutto è pronto, scrivono i media statunitensi, senza celare che gli 'addetti ai lavori' si attendono "progressi su alcune importanti aree di interesse comune" per Pechino e Washington, a partire dall'impegno condiviso a evitare un’escalation nelle attuali aree di crisi. Su tutte, la delicata questione di Taiwan e della sua indipendenza dopo le provocazioni di Pechino nel mar Cinese Meridionale che hanno riacceso lo spettro dell'invasione.
I leader delle due potenze globali restano evidentemente divisi anche su altre questioni cruciali e, infatti, ci si aspetta un confronto anche sulla guerra ucraina (parteciperà al vertice anche il vice primo ministro russo Alexei Overchuk) e sul conflitto in corso tra Hamas e Israele, rispetto al quale Cina e Usa hanno visioni e approcci divergenti.
"I due presidenti avranno una comunicazione approfondita su questioni di importanza strategica generale e fondamentale nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti e sulle principali questioni riguardanti la pace e lo sviluppo globali", ha scandito la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning. Pechino auspica che Washington dia prova di "rispettare le preoccupazioni della Cina e il legittimo diritto allo sviluppo", ha aggiunto il capo della diplomazia cinese.
D'altra parte, ha dichiarato un alto funzionario dell'amministrazione, Biden è “determinato a compiere i passi necessari” per ristabilire i canali di comunicazione militare con Pechino.
L'attuale instabilità globale dovrebbe suggerire ai due 'big' del pianeta che la competizione, in questo momento, non rappresenta la risposta migliore alle sfide. Una "gestione responsabile" della competizione che scongiuri un'altra Guerra Fredda - come ragionevolmente hanno suggerito le rispettive diplomazie - è a portata, ma solo con l'impegno di entrambi.