AGI - Il ministero della Salute a Gaza, gestito da Hamas, ha riferito che il bilancio nella Striscia è salito a 11.240 morti. Di questi, 4.630 sono bambini e 3.130 donne. Nelle scorse ore l'attacco all'ospedale di al-Shifa, il più grande di Gaza, ha provocato la morte di "sette bambini prematuri" e di "27 pazienti in terapia intensiva" a causa della mancanza di elettricità.
Il bilancio non è verificabile in modo indipendente riferisce l'AFP. Intanto, gli scontri tra l'esercito israeliano e Hamas sono concentrati nel Nord della Striscia di Gaza, dove gli ospedali sono ormai "fuori servizio", secondo la stessa fonte.
La situazione all'ospedale di Al Shifa
Il direttore del più grande ospedale di Gaza (Al Shifa) ha detto che Israele non ha preso alcun contatto riguardo all'evacuazione di pazienti o neonati prematuri.
Mohamed Abu Selmia ha riferito alla BBC: "L'esercito israeliano non si è fatto avanti, siamo stati noi a rivolgerci a loro... ma fino ad ora non abbiamo ricevuto risposta. Sono in corso trattative per l'evacuazione dei bambini prematuri, ma finora non è successo nulla".
32 pazienti, tra cui tre bambini prematuri, sono morti in ospedale negli ultimi giorni. Molti altri pazienti che necessitano di dialisi rischiano di morire "nei prossimi due giorni" poichè il trattamento non è più disponibile, ha affermato.
Ha ripetuto l'appello alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e alla Croce Rossa affinchè aiutino a evacuare i pazienti, aggiungendo: "Non vogliamo che nessuno dei pazienti muoia, vogliamo che siano vivi, vogliamo che ricevano le cure mediche di cui hanno bisogno in un luogo che possa fornirgliele"
La "strage" dei minori coinvolti negli attacchi sta provocando la condanna generalizzata, e fortificando da più parti l'invito alla pace.
"Spero e mi aspetto che ci siano azioni meno intrusive nei confronti dell'ospedale", ha affermato il capo della Casa Bianca, Joe Biden sottolineando che "l'ospedale deve essere protetto". Nella struttura di al-Shifa, medici denunciano mancanza di acqua, cibo e carburante, con centinaia di pazienti e oltre duemila sfollati".
"Le lacrime sono tutte uguali. Ogni uomo ucciso significa perdere il mondo intero", "l'odio non deve mai giustificare la violenza contro gli innocenti". Ha detto il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi nella prolusione all'Assemblea generale Cei ad Assisi, parlando della situazione in Medio Oriente che aggiunge - Il brutale attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre scorso ha dolorosamente e vilmente colpito Israele con tanti morti innocenti e il seguito dei rapiti nelle mani dei terroristi, sulla cui sorte trepidiamo e chiediamo siano restituiti alle loro famiglie. L'attacco ha sconvolto il popolo israeliano e suscitato la reazione militare d'Israele contro Hamas sulla striscia di Gaza. Questa a sua volta ha causato al popolo palestinese, in gran parte profughi, migliaia di vittime innocenti, molti dei quali bambini" ha concluso l'esponente della Cei.
Nel suo discorso di apertura al sinodo della Chiesa d'Inghilterra, riunito a Londra, il vescovo di Canterbury Justin Welby ha detto: "Come leader religioso posso dire che l'uccisione di così tanti civili e gli estesi danni alle infrastrutture civili non possono essere moralmente giustificati. Non ho risposte militari o politiche a questa crisi. Non parlo da queste prospettive. Ma l'appello al cessate il fuoco è un grido morale che sentiamo da persone di molte fedi e di nessuna. La nostra comune umanità deve trovare un altro modo per ottenere giustizia, sicurezza e coesistenza pacifica per israeliani e palestinesi da ora e per il futuro", ha aggiunto. "Nel nome di Cristo, gridiamo dal nostro cuore: Basta. Gli omicidi devono finire".
Welby ha anche chiesto il rilascio degli ostaggi israeliani tenuti da Hamas e ha affermato che gli aiuti devono poter raggiungere la popolazione di Gaza.