AGI - Elon Musk corregge il tiro: accusato di promuovere disinformazione sul suo social network X, ha annunciato che i messaggi corretti dalla community non potranno più beneficiare del sistema di monetizzazione che premia i contenuti più virali.
"Leggera modifica al programma di monetizzazione: qualsiasi post corretto dai rating della community diventa non idoneo per il programma di compartecipazione alle entrate. L'idea è di massimizzare l'incentivo per l'accuratezza piuttosto che per il sensazionalismo", ha postato il miliardario.
Dalla fine di aprile, Elon Musk ha consentito agli utenti di offrire abbonamenti a pagamento, con contenuti riservati. E da quest'estate, X permette agli utenti di Internet di commentare o chiarire messaggi discutibili pubblicando "note della community".
Per evitare un potenziale effetto perverso della sua nuova strategia, Elon Musk ha continuato in un secondo messaggio: "è importante notare che qualsiasi tentativo di utilizzare i rating della comunità come arma per demonetizzare le persone verrà immediatamente evidenziato, perchè tutto il codice e i dati sono fonte aperta". In altre parole, il suo sistema sarà in grado di identificare le correzioni non legittime.
Elon Musk è accusato da mesi di aver lasciato che informazioni false invadessero la rete, soprattutto da quando ha ridotto drasticamente i team di moderazione e ha reso il segno di spunta blu "certificazione" a pagamento quando in precedenza era riservato agli utenti verificati.
Secondo gli esperti, queste modifiche non hanno fatto altro che accentuare il torrente di false informazioni che circolano sul conflitto tra Israele e Hamas.
Un'analisi della piattaforma internazionale contro la disinformazione NewsGuard indica che la certificazione a pagamento "si è rivelata un vantaggio per i malintenzionati che condividono disinformazione: godono della credibilità associata alla spunta blu, prestigiosa sotto il vecchio sistema, e possono raggiungere un pubblico più ampio".
Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, la piattaforma è stata inondata di video e immagini violenti, molti dei quali falsi, risalenti a diversi anni o provenienti da luoghi diversi.