AGI - Il carburante è diventato il bisogno più urgente nella Striscia di Gaza. Lo dice Tamara Alrifai, portavoce ad Amman dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). "Senza carburante i veicoli non possono circolare, i generatori non possono produrre elettricità per gli ospedali, e serve anche nei panifici e negli impianti di desalinizzazione dell'acqua", ha detto Alrifai durante una conferenza stampa.
Secondo il direttore delle emergenze per il Medio Oriente dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Rick Brennan, prima del conflitto circa 45 camion al giorno trasportavano carburante per coprire i bisogni di Gaza. Gli aiuti ricevuti negli ultimi tre giorni attraverso 54 camion sono "una goccia nell'oceano", ha sottolineato dal Cairo il responsabile regionale dell'Oms, ricordando anche che in circostanze normali mezzo migliaio di camion attraversavano ogni giorno i valichi di frontiera tra i due Paesi.
Brennan ha inoltre spiegato che, a causa della mancanza di carburante, molti degli alimenti donati e trasportati nei camion negli ultimi giorni, come legumi e riso, non possono essere consumati.
"La situazione resta estremamente disperata, per questo chiediamo che sia consentito un flusso continuo e senza ostacoli di assistenza umanitaria e medica a Gaza", ha affermato Alrifai, che ha ricordato che almeno 35 operatori dell'UNRWA hanno perso la vita nei raid israeliani.
L'OMS e l'UNRWA hanno ricordato che già prima dello scoppio delle ostilità, il 7 ottobre, il 60% della popolazione di Gaza necessitava di assistenza alimentare, fornita da diverse agenzie umanitarie.