AGI - Raggiungere la pace in Palestina con la soluzione di due popoli e due Stati che si riconoscono reciprocamente, evitando un allargamento del conflitto, e rafforzare la collaborazione bilaterale, in particolare nella lotta all'immigrazione irregolare, promuovendo allo stesso tempo quella regolare. La missione a Tunisi del vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha seguito questi due obiettivi.
Una missione iniziata stamattina nella sede del Ministero degli Esteri, dove il titolare della Farnesina ha firmato un memorandum d'intesa con il suo omologo tunisino, Nabil Ammar, che prevede l'ingresso annuale in Italia di 4.000 lavoratori tunisini qualificati. Tajani si è poi recato al Palazzo presidenziale di Cartagine, insieme con i ministri Francesco Lollobrigida e Marina Calderone, per un incontro con il presidente Kais Saied.
"Ho ascoltato con grande attenzione tutte le osservazioni, le idee del presidente Saied e del ministro degli Esteri sulla questione palestinese. Vogliamo continuare ad ascoltare e confrontarci con i paesi arabi, perché insieme possiamo raggiungere l'obiettivo della pace che per noi italiani si può raggiungere solo dando una prospettiva al popolo palestinese, che è quella di avere un suo Stato", ha detto Tajani al termine dell'incontro con Saied.
"Ho riferito a Saied e al mio amico ministro degli Esteri Ammar che l'Italia continua a lavorare affinché non vi sia un allargamento del conflitto in corso. Ho riferito quella che è la posizione dell'Italia: noi chiediamo la liberazione degli ostaggi e ci auguriamo e lavoriamo perché possa essere aperto il valico di Rafah, in modo tale che possano arrivare i rifornimenti alimentari e le medicine per il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e anche che i nostri concittadini italiani, che in alcuni casi hanno la doppia cittadinanza italiana e palestinese, possano uscire dalla Striscia", ha aggiunto Tajani.