AGI - Nessuna svolta diplomatica in vista per fermare la guerra in Medio Oriente, mentre si fa ogni ora più drammatica la situazione umanitaria a Gaza. L'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha fatto sapere che a Gaza "non ci sono abbastanza sacchi per i cadaveri", che l'accesso all'acqua potabile è limitato e che più di un milione di persone sono state sfollate.
L'Organizzazione mondiale della Sanità ha avvertito che restano solo "24 ore di acqua, elettricità e carburante" nella Striscia prima che si verifichi "una vera catastrofe".
Il bilancio delle vittime sale ancora
Secondo fonti dell'Autorità palestinese, sono 2.808 i palestinesi uccisi e quasi 10 mila i feriti dall'inizio dei raid israeliani successivi al 7 ottobre.
A dieci giorni dall'attacco di Hamas che ha causato la morte di 1.400 israeliani e il ferimento di quasi 4 mila persone, Israele rivendica di avere ucciso il capo dell'intelligence di Hamas, Khan Yunis.
E il capo dello Shin Bet, l'agenzia di sicurezza interna israeliana incaricata di combattere il terrorismo, si assume la responsabilità dell'attacco del gruppo islamista di sabato scorso: "nonostante una serie di azioni che abbiamo intrapreso, non siamo stati in grado di creare un avvertimento sufficiente per consentire di sventare l'attacco", "la responsabilità è mia", ha detto il numero uno dello Shin Bet, Ronan Bar.
Gli sforzi della diplomazia
Una soluzione che consenta di limitare la catastrofe umanitaria a Gaza al momento non è all'orizzonte: gli Stati Uniti hanno fatto sapere nel pomeriggio che a breve sarebbe stato aperto il valico di Rafha tra Gaza e l'Egitto per consentire agli sfollati una via di fuga. Ma il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha detto che il governo israeliano deve ancora prendere una decisione.
"Speriamo che più tardi oggi possa essere aperto per alcune ore, ma ancora una volta, dobbiamo solo aspettare e vedere come va", ha detto John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano. Israele sostiene invece che gli aiuti umanitari stanno arrivando a Gaza dall'Egitto attraverso il valico di Rafah sotto la supervisione egiziana, come richiesto dagli Stati Uniti.
Tensione al confine libanese
Cresce intanto la preoccupazione per una estensione del conflitto: sul fronte nord Israele ha evacuato 28 villaggi al confine col Libano, dove negli ultimi giorni si sono intensificati gli scontri con gli Hezbollah libanesi filo iraniani. I residenti verranno trasferiti in pensioni sovvenzionate dallo stato.
L'esercito israeliano ha confermato che Hamas tiene in ostaggio a Gaza 199 persone, sequestrate nell'attacco del 7 ottobre e il portavoce dell'esercito, Daniel Hagari, ha detto che le forze di difesa israeliane stanno "lavorando 24 ore su 24 per restituire i rapiti" alle loro famiglie. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca cattolico di Gerusalemme, si è offerto in cambio dei bambini in ostaggio.
Israele ha rivendicato oggi di avere ucciso in capo dell'intelligence di Hamas in un raid aereo su Gaza, mentre rimane sullo sfondo la possibilità di un attacco via terra da parte delle forze di difesa di Tel Aviv.
Blinken torna in Israele, si muove anche Putin
Mentre continua l'attivismo del segretario di Stato americano, Antony Blinken, tornato in Israele, per la seconda visita dopo l'attacco di Hamas, l'amministrazione Biden sta facendo pressione su Israele per scoraggiare un attacco da terra e allo stesso tempo avverte l'Iran affinchè eviti una escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti.
In campo oggi anche Vladimir Putin, che ha sentito il premier israeliano israeliano Benjamin Nethanyau, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il siriano Bashar al-Assad, l'iraniano Ebrahim Raisi e il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Putin ha espresso vincinanza alla causa palestinese e ha espresso preoccupazione per l'escalation su larga scala.
Il capo del Cremlino fa parlare il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, secondo cui "le operazioni effettuate dall'esercito israeliano sono di natura indiscriminata, e rimane la minaccia di un'operazione di terra e di ingresso a Gaza". "C'è un alto rischio - è la posizione di Mosca - che il conflitto vada fuori controllo".