AGI - Il sospetto attentatore della strage di ieri sera a Bruxelles, Abdesalem Lassoued, è morto a causa delle ferite riportate durante la sparatoria di questa mattina con le forze dell'ordine. Lo conferma la Procura federale belga. Il sospettato è deceduto in seguito allo scontro a fuoco con la polizia. Secondo fonti della polizia citate da La Libre altre due persone sarebbero al momento ricercate dalle forze dell'ordine. Era passato anche per l'Italia, visitando Genova e Bologna.
Le istituzioni dell'Ue a Bruxelles hanno "innalzato il livello di allerta". Al personale è stato consigliato per oggi di lavorare da casa, misura da cui è escluso il personale critico ed essenziale. Inoltre è stato comunicato che l'orario di apertura degli edifici è limitato nella fascia dalle 7 alle 17; i parcheggi sono chiusi per tutti i veicoli (a eccezione delle auto di servizio e delle auto del personale critico ed essenziale); le attività e le riunioni non urgenti sono rinviate o spostate online; i visitatori non possono accedere agli edifici; le scuole europee sono chiuse.
A quanto si apprende da fonti del Parlamento europeo, nelle indicazioni inviate al personale e ai membri dell'istituzione, si fa appello "a seguire le informazioni delle autorità belghe" e si sottolinea che l'Eurocamera continuerà "a monitorare da vicino la situazione e informerà i suoi membri e il suo personale in caso di eventuali provvedimenti".
La richiesta (rifiutata) di asilo
Abdesalem L. aveva fatto domanda di asilo in Belgio nel 2019, nel 2020 la richiesta era stata rifiutata. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia, Vincent Van Quickenborne, nella conferenza stampa nella notte con il primo ministro Alexander De Croo.
"Il sospettato ha chiesto asilo nel nostro Paese nel 2019. Era noto per atti sospetti: tratta di esseri umani, soggiorno illegale e pericolo per la sicurezza dello Stato", ha spiegato. "Nel 2016, informazioni non confermate trasmesse da un servizio di polizia straniero indicavano che l'uomo aveva un profilo radicalizzato e che voleva partire per una zona di conflitto per la jihad. Le informazioni sono state verificate ma non è stato possibile fare nulla: non vi era alcuna indicazione concreta di radicalizzazione", ha aggiunto il ministro.
"Il presunto autore del reato ha avviato una procedura di asilo nel nostro Paese nel novembre 2019. Ha ricevuto una decisione negativa nell'ottobre 2020 ed è scomparso dai radar poco dopo", ha precisato la ministra per l'Asilo, Nicole De Moor.
"È stato ufficialmente cancellato dall'anagrafe nazionale del comune il 12 febbraio 2021 e pertanto non è stato possibile localizzarlo per organizzare il suo rientro. Non ha mai soggiornato in un centro di accoglienza Fedasil (l'Agenzia federale di accoglienza). Non è mai stato presentato dalla polizia, dopo un'intercettazione, all'Ufficio stranieri per consentire il suo rientro. Per questo motivo, l'ordine di lasciare il Paese, redatto nel marzo 2021, non ha mai potuto essere emesso", ha precisato ancora De Moor.
"All'inizio di quest'anno, avrebbe minacciato un occupante di un centro di asilo a Kempen tramite i social media. Questa persona lo ha denunciato, aggiungendo che l'interessato era stato condannato per terrorismo in Tunisia", ha continuato Van Quickenborne.
"Questa presunta condanna per terrorismo ha spinto, questa domenica, 15 ottobre, la polizia giudiziaria federale di Anversa a convocare una riunione prevista per martedì 17 ottobre. Nel frattempo i nostri servizi hanno appreso che non è stato condannato per terrorismo in Tunisia ma per reati comuni. Non si trattava di una minaccia concreta o imminente", ha precisato", ha concluso.
La 'pausa' al bar
"Era al bar a fare colazione, come se nulla fosse". Lo racconta all'AGI uno dei residenti del quartiere di Schaerbeek dove questa mattina è stato neutralizzato l'attentatore, Abdeslam Lassoued, che ieri sera ha ucciso due cittadini svedesi a un paio di chilometri di distanza.
"Appena ho visto il video con il suo volto, ho avuto la sensazione di averlo già incontrato da queste parti", ha raccontato un barbiere della zona ora sigillata dalla polizia. "Ieri notte la polizia lo cercava qui, già alle 2 tutta l'area era piena di agenti", ha aggiunto un altro testimone davanti ai sigilli prima di piazza Eugene Verboekhoven, la cosiddetta 'Gabbia dell'orso'.
Gli agenti verso mezzanotte avevano fatto una prima perquisizione nella casa dove il 45enne tunisino alloggiava ma di lui non c'era traccia. "La situazione era già difficile ma ora si farà ancora più complicata per tutti noi", rivela preoccupato uno dei residenti. "Non ti puoi mettere a sparare alle persone per strada perché ti è stato rifiutato l'asilo o in nome dell'Islam", aggiunge.
La polizia ha trovato un'arma e un borsone con vestiti nel bar a Schaerbeek dove si era recato l'attentatore questa mattina poco dopo le 8. Sul posto la polizia era intervenuta su segnalazione di un testimone. Il sospetto è stato abbattuto. I soccorsi hanno cercato di rianimarlo ma è deceduto in ospedale alle 9.38. Lo rende noto la procura federale belga.
Le dinamiche dell'attentato
L'assassino, hanno spiegato le autorità, "ha seguito dei tifosi svedesi che sono saliti su un taxi. Ha sparato ai tifosi mentre scendevano dal taxi, arrivando addirittura a inseguirli nell'atrio di un edificio". Il magistrato ha aggiunto che "un cittadino svedese e un altro che potrebbe avere anche la doppia nazionalità svizzera poiché gli è stato trovato addosso un documento d'identità rossocrociato, hanno perso la vita. Una terza persona è gravemente ferita ed è ricoverata in ospedale, anche lei di nazionalità svedese"
Testimoni citati da Le Soir riferiscono di aver visto fuggire in scooter un uomo armato con giubbotto arancione. I 35.000 tifosi rimasti allo stadio Re Baldovino di Bruxelles sono stati evacuati solo a partire dalla mezzanotte tra lunedì e martedì, dopo un'ora e mezza di attesa dalla sospensione, per verificare che la situazione fosse sicura. La televisione belga ha mostrato in diretta i tifosi belgi che lasciano gli spalti apparentemente calmi e camminano per lo stadio mentre tornano a casa, e poi gli svedesi accompagnati dagli agenti di polizia.
La rivendicazione: "Appartengo allo Stato Islamico"
"Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno", è la rivendicazione pubblicata in uno dei video, già citati, trasmesso sui social del presunto responsabile della sparatoria.
L'autore del video parla in arabo con un accento tunisino e rivendica l'appartenenza a 'uno Stato islamico". Gli abiti indossati sembrano gli stessi della persona ripresa nella sparatoria.
Le reazioni dei leader europei
"Il mio pensiero va questa sera alle famiglie delle due vittime dell'ignobile attentato avvenuto a Bruxelles. Il mio assoluto sostegno alle forze di polizia belghe affinché catturino rapidamente il sospettato. Siamo uniti contro il terrorismo", scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
"Tutto il mio pensiero e il mio sostegno ai cari delle vittime dello spregevole attentato che ha appena colpito Bruxelles. La mia piena solidarietà alla polizia nel catturare il sospettato il più rapidamente possibile. Siamo tutti con il Belgio", scrive su X l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell.
"Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni segue con preoccupazione le notizie sull'attentato compiuto a Bruxelles, nel cuore dell'Europa. L'Italia condanna con decisione ogni forma di violenza, fanatismo e terrorismo, ed esprime il più profondo cordoglio per le vittime e per le loro famiglie", si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Dall'Albania il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che "la nostra Europa è scossa".
"Condanno i terribili attacchi contro civili innocenti avvenuti ieri a Bruxelles. I miei pensieri vanno ai cari delle vittime e a tutte le persone colpite". Lo scrive su X il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.