AGI - Non si sblocca l'impasse per l'elezione del nuovo Speaker della Camera dei rappresentanti Usa che sta dilaniando i repubblicani. Steve Scalise, il candidato designato dal Grand Old Party alla terza carica dello Stato, si è ritirato dalla corsa. Per essere eletto al 58enne italo-americano deputato della Louisiana servivano 217 voti, ma dei 222 del suo partito una ventina di trumpiani avevano già espresso la volontà di non votarlo come George Santos di New York, Nancy Mace della South Carolina, Lauren Boebert del Colorado, Marjorie Taylor Greene della Georgia e Anna Paulina Luna della Florida.
Scalise, che mercoledì aveva sconfitto 113-99 il presidente della Commissione Giustizia, Jim Jordan, in una votazione interna, avrebbe dovuto prendere il posto di Kevin McCarthy, rimosso la settimana scorsa con una mozione di sfiducia arrivata dai trumpiani. Dopo due giorni di contatti per provare a convincere i suoi avversari, Scalise ha lamentato che la maggioranza repubblicana "si deve compattare e ancora non lo ha fatto, ci sono ancora persone che perseguono i propri fini personali".
Per i fedelissimi di Triump, a poco più di un anno dalle presidenziali, l'italo-americano era visto come un alfiere dello status quo. Potrebbero aver pesato anche le sue condizioni di salute in seguito a un tumore. A questo punto potrebbe tornare di attualità la candidatura di Jordan, 59enne deputato dell'Ohio, anche se per i repubblicani moderati equivarrebbe a premiare chi divide il partito.
A gennaio c'erano volute 15 votazioni per eleggere McCarthy, costretto a fare promesse ai trumpiani che poi è stato accusato di aver tradito. Dai democratici è arrivata la proposta di avanzare un nuovo nome in grado di raccogliere consensi bipartisan.