AGI - Il governo di emergenza, invocato dall'opposizione fin dalle prime ore dopo il massiccio attacco di Hamas in Israele, vede la luce: il premier Benjamin Netanyahu e il leader di Unità nazionale, Benny Gantz, hanno annunciato di aver trovato un accordo, dopo giorni di negoziati.
L'intesa ruota attorno alla creazione di un gabinetto di guerra molto ristretto per fronteggiare la situazione, nel quale i due leader saranno affiancati dal ministro della Difesa Yoav Gallant, mentre l'ex capo di Stato maggiore Gadi Eisenkot e il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer saranno osservatori.
Un posto 'al tavolo' è stato lasciato disponibile per il leader dell'opposizione Yair Lapid che tuttavia aveva posto come condizione per partecipare a un esecutivo di emergenza la destituzione, o quantomeno la sospensione temporanea dall'incarico, dei due leader di estrema destra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, rispettivamente ministro per la Sicurezza nazionale e ministro delle Finanze nonchè ministro aggiunto alla Difesa.
I due leader di Otzma Yehudit e Sionismo Religioso restano a pieno titolo nell'esecutivo e nel tradizionale gabinetto di sicurezza allargato. In quest'ultimo, tuttavia, fanno ingresso anche cinque membri del partito di Unità Nazionale: oltre a Gantz ed Eisenkot, Gideon Sàar, Chili Trooper e Yifat Shasha Biton. Secondo la stampa israeliana, al momento non sono in corso colloqui per l'ingresso di Lapid nel gabinetto di guerra.
È stato inoltre concordato che durante la guerra non verrà avanzata alcuna legislazione alla Knesset o risoluzioni del governo che non siano legate alla gestione del conflitto: si ferma dunque la controversa riforma della giustizia promossa dal governo che ha suscitato vaste proteste nel Paese negli ultimi dieci mesi e creato profonde divisioni.
Dopo il via libera ieri della coalizione di governo a Netanyahu per negoziare la formazione di un simile esecutivo, l'accordo con Gantz è stato accolto positivamente dalla maggioranza: il ministro della Giustizia, Yariv Levin, l'ha definito "la cosa giusta e necessaria da fare. Da qui lavoreremo insieme".
"Ora dobbiamo vincere", gli ha fatto eco Ben-Gvir, l'unico che ieri aveva espresso una certa opposizione all'ingresso nel governo di Gantz ed Eisenkot, sostenendo che avessero loro parte della responsabilità nel fallimento delle forze di sicurezza e dell'intelligence. Laconico il commento di Gantz: "Israele viene prima".