AGI - Sullo sfondo di accesi dibattiti nazionali ed europei sulla politica migratoria e climatica della Germania, domenica due delle principali regioni economiche, la Baviera e l'Assia, vanno alle urne in un voto test per il governo federale. Secondo gli analisti, un cambio di governo non appare imminente in nessuno dei due Lander, ma la posta in gioco è comunque alta per la coalizione di governo federale tedesca - sempre più impopolare - alle prese col rischio di un'ascesa significativa dei partiti populisti, in particolare dell'estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD) - data al 15% nei sondaggi - con possibili ripercussioni sugli equilibri politici nazionali. Questi consensi uniti a quelli di Elettori Liberi permettono alla destra populista di raggiungere il 30% delle preferenze.
I due stati della Baviera e dell'Assia messi insieme rappresentano più di un quarto della produzione economica tedesca e quasi un quarto della popolazione. Le elezioni di domenica si svolgono in un momento in cui la coalizione del cancelliere Olaf Scholz è ancora alle prese con le conseguenze della crisi energetica e dell'invasione russa dell'Ucraina, mentre sta cercando di contenere l'ondata di popolarità dei populisti di destra che ha preso piede in diversi Paesi europei.
In Assia Cdu verso la conferma, ma Afd sale
In Assia tra i principali contendenti c'è Tarek Al-Wazir, ministro dell'Economia, 52 anni, del Partito dei Verdi, politico più popolare nel Lander nonostante il calo della sua formazione nei sondaggi. Gli altri due rivali sono il presidente in carica Boris Rhein, dell'Unione Cristiano-Democratica di centro destra (CDU), e Nansy Faeser del Partito Socialdemocratico (SPD).
In un comizio elettorale a Francoforte, Al-Wazir ha spiegato che trasporti pubblici e tutela del clima sono le questioni fondamentali del suo partito, sottolineando che "oggi, è tutto eco. Eco come economia ed ecologia".
Sul versante dell'economia, l'Assia è in controtendenza rispetto al resto della Germania: invece della recessione ha registrato una ripresa, con una crescita marginale dello 0,4%, collocandosi tra i primi tre Lander su 16 in termini di produzione, dopo Amburgo e la Baviera. Il motore economico dello Stato è la regione metropolitana di Francoforte, sede del più grande aeroporto della Germania. Solo in quell'area lavorano circa 81 mila persone provenienti da 90 nazioni. Circa il 17% dei 6,3 milioni di abitanti dell'Assia ha un passaporto non tedesco e nella stessa Francoforte si tratta del 29% del totale dei residenti. Lo stesso Al-Wazir è nato vicino a Francoforte, figlio di un tedesco e di una yemenita, ha raccontato di aver sperimentato il razzismo e la discriminazione all'inizio della sua carriera politica.
In Assia il Partito dei Verdi è in coalizione con la CDU, in una collaborazione definita "fluida" dallo stesso candidato. Tuttavia, secondo gli ultimi sondaggi, la popolarità di Al-Wazir non basterà ad influenzare gli elettori dell'Assia, che condividono anche loro il disincanto nei confronti del governo di centrosinistra di Berlino, alla stregua del 50% dei tedeschi. Un impatto che domenica si farà sicuramente sentire: in base agli ultimi sondaggi, alle regionali la CDU dell'Assia potrebbe ottenere oltre il 30% dei consensi mentre i Verdi scenderebbero attorno al 17%.
Di fronte, la contendente Faeser, ministro federale degli Interni, è accreditata solo del 16% delle intenzioni di voto, come conseguenza diretta anche per lei della criticità diffusa nei confronti del governo federale di Berlino. Per giunta Faeser, che ha promesso di "mantenere la rotta in Assia" e di salvaguardarsi dal "caos della coalizione", è sempre più oggetto di perplessità all'interno stesso della SPD. La sua candidatura potrebbe essere stata un errore in quanto messa sotto pressione sul dossier immigrazione - impegnata nel frenare il numero di rifugiati in entrata nel Paese - non è riuscita a dedicare molto tempo alla campagna elettorale regionale.
I rivali di centro-destra della CDU sostengono che Faeser sta trascurando il suo lavoro a Berlino, trasformandosi quindi in un rischio per la sicurezza sia della Germania che dell'Assia. Il ministro ha ribattuto accusando il premier uscente dell'Assia, Boris Rhein, di non aver preso a sufficienza le distanze dai populisti di estrema destra, creando un problema all'Assia con "l'estremismo di destra". In effetti dal 2020 il Lander è stato teatro di crescenti violenze da parte degli estremisti di destra, tra cui l'attacco terroristico a Hanau di tre anni fa.
Nella sua campagna elettorale Rhein - fiducioso sulla sua vittoria domenica - si è invece concentrato su questioni nazionali più che regionali, chiedendo controlli più severi alle frontiere e una deportazione più rapida dei richiedenti asilo respinti, anche di quelli provenienti da altri Paesi da aggiungere all'elenco, tra cui Algeria, Marocco, Tunisia e India. Al momento non si è sbilanciato sui possibili partner di una futura coalizione, riconoscendo di aver lavorato bene con i Verdi e di avere buoni contatti con i socialdemocratici dell'Assia.
Rhein, anche in risposta alle critiche di Faeser, ha categoricamente escluso qualsiasi collaborazione con l'estrema destra dell'AfD, accreditata del 15% delle intenzioni di voto. Da parte loro, i populisti hanno beneficiato dei timori degli elettori per i prezzi elevati e l'aumento dell'immigrazione nell'UE, sfruttando prontamente le lamentele riguardanti le decisioni di politica energetica e le politiche anti-Russia di Berlino dopo l'invasione dell'Ucraina. Una strategia che si è rivelata particolarmente efficace negli ex stati comunisti dell'Est, dove il partito di destra è ora in testa alle urne con circa il 30%. Tuttavia nell'Assia occidentale e nella Baviera meridionale l'AfD non avanza così velocemente come nell'Est, dove i sondaggi si aggirano intorno al 15%.
Inveendo contro qualsiasi sforzo di decarbonizzazione, per l'AfD si prospettano invece vittorie significative in tre elezioni nei Lander orientali - in Turingia, Brandeburgo e Sassonia - il prossimo anno. Inoltre il partito di estrema destra spera di trarre vantaggio dall'impennata del populismo a livello europeo alle elezioni del Parlamento europeo del 2024.
In Baviera conservatori favoriti, alleati ai populisti
Oltre alla politica migratoria di Berlino, anche la crisi energetica e la politica climatica sono al centro della contesa elettorale di domenica, specialmente in Baviera. Il premier conservatore bavarese uscente, Markus Soder, della CSU (Unione Cristiana Sociale), ha già escluso qualsiasi coalizione con i Verdi, forza politica più volte giunta al secondo posto nel ricco Land prealpino. In campagna elettorale Soder ha sottolineato che il partito ecologista "e la sua visione del mondo non si adatta alla Baviera". Il premier conservatore ha avvertito che il suo partito è determinato a cacciare la coalizione di Scholz, "il peggior governo tedesco di sempre", alle elezioni nazionali del 2025.
Intanto Soder sembra pronto a continuare la sua partnership con il partito populista moderato - ma controverso - di destra, Elettori Liberi. Il suo candidato principale, è Hubert Aiwanger, presidente di Elettori Liberi, vice primo ministro e ministro dell'Economia della Baviera, che ha recentemente fatto notizia a livello nazionale per un documento trovato nella sua borsa di scuola da adolescente, negli anni '80, in cui si prendevano in giro le atrocità commesse dal governo nazista tedesco durante l'Olocausto. Aiwanger ha negato la paternità dell'opuscolo, definendolo un attacco mirato al suo partito, e come conseguenza delle accuse nei sondaggi è cresciuto il sostegno a Elettori Liberi.
La Baviera è leader nazionale nel settore dell'energia solare, ma l'espansione dell'energia eolica procede lentamente. A differenza dell'Alternativa per la Germania (AfD), il partito di Aiwanger non rifiuta di per sè l'azione per il clima e le politiche di transizione energetica, e il ministro dell'Economia elogia costantemente i benefici delle energie rinnovabili per i numerosi agricoltori e le comunità rurali della Baviera. Tuttavia, nel periodo precedente alle elezioni, il ministro ha anche messo in discussione l'obiettivo di neutralità climatica del suo Stato entro il 2040, sostenendo "non so se lo raggiungeremo", ma escludendo misure "dittatoriali" per garantirlo.
L'ingegnere agronomo di origini contadine si è così scagliato contro il governo nazionale di Berlino, in particolare contro i Verdi, sostenendo che "una maggioranza silenziosa" degli elettori dovrebbe prepararsi a "riprendere la democrazia". Parole, quelle di Aiwanger, che hanno sollevato un polverone, salvo poi argomentare che con la sua dichiarazione mirava semplicemente a impedire alla gente di votare per l'AfD. In Baviera l'SPD del cancelliere Scholz non dovrebbe raggiungere l'obiettivo di due cifre mentre il Partito Liberale Democratico (FDP) potrebbe anche non riuscire a superare la soglia di sbarramento del 5%, rimanendo quindi fuori dal Parlamento regionale.
A pesare negativamente sulla coalizione Soder-Aiwanger, sono i gruppi industriali e i sindaci locali bavaresi che l'hanno ripetutamente criticata per non essere sufficientemente risoluta nella transizione alle energie rinnovabili. La Baviera ha mantenuto la sua posizione di leader come produttore di energia solare e bioenergia in Germania, grazie al clima soleggiato e ad un settore agricolo virtuoso. Queste voci critiche hanno esortato il futuro governo bavarese ad eliminare le restrizioni sulla costruzione di energia eolica poichè la perdita del gas russo, l'abbandono del nucleare e del carbone hanno colpito l'industria pesante statale, che comprende colossi come BMW, Audi e Siemens, in difficoltà maggiore rispetto ad altri in Germania. Una situazione che, evidenziano gli esperti, ha origine nella storica opposizione accanita della CSU alla linea elettrica nazionale che rifornirebbe la Germania meridionale con energia eolica dal Nord, e che per molti proprietari terrieri potrebbe trasformarsi in una fonte di reddito affidabile.