AGI - Due ore di schermaglie, di annunci, promesse, ma senza toccare uno dei temi politici più caldi: i guai giudiziari di Donald Trump. Oltre al tycoon, il grande assente al secondo duello tv tra candidati è stato proprio il tema delle quattro incriminazioni e i novantuno capi d'accusa che riguardano l'ex presidente.
I sette candidati che hanno superato la selezione, in base alle donazioni raccolte e ai sondaggi, hanno riservato solo un paio di attacchi a Trump. Il primo è stato il governatore della Florida Ron DeSantis che ha accusato l'ex presidente di non essersi presentato al dibattito. "Dov'è Joe Biden? È disperso - ha detto - e sapete anche chi è disperso? Donald Trump, che avrebbe dovuto presentarsi qui per difendervi".
Poi è toccato all'ex governatore del New Jersey Chris Christie che si è rivolto direttamente a Trump, guardando la telecamera, per dire: "Io so che stai guardando il dibattito, non puoi resistere. Ma ti dico che non è vero che non sei venuto per via dei sondaggi, non sei venuto perché dovevi rendere conto del perché non hai mantenuto le promesse da presidente. Ti sei nascosto di continuo e continui a nascondersi. Non ti chiameremo Donald Trump, ma Donald Duck", riferimento al nome americano con cui viene chiamato Paperino, il personaggio di Walt Disney. Duck è anche il gioco di parole che sta per 'duck', che in inglese significa chinarsi, stare col capo chino per schivare i colpi.
Senza Trump l'attenzione era per DeSantis, considerato cinque mesi fa il grande sfidante del tycoon e invece crollato nei sondaggi. Il governatore probabilmente ha migliorato la sua prestazione riguardo al primo duello, ma ha lanciato anche messaggi estremi come quello di inviare soldati americani in Messico per contrastare il cartello della droga.
È una dichiarazione che creerà polemiche perché il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha più volte ribadito che non consentirà ai soldati americani di oltrepassare il confine. Riguardo l'Ucraina DeSantis ha affermato che è "interesse degli Stati Uniti mettere fine alla guerra" e aggiunto che, se lui verrà eletto presidente, gli ucraini "non avranno un assegno in banca" dagli americani. L'ex ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley ha invece messo in guardia dall'abbandonare l'Ucraina: "Una vittoria della Russia - ha detto - sarà una vittoria della Cina".