AGI - La Corte Suprema brasiliana si è pronunciata contro il tentativo di limitare i diritti dei popoli nativi alle riserve protette nelle loro terre, con una vittoria per gli indigeni e gli ambientalisti. Al centro del caso la tesi secondo cui i popoli indigeni non hanno diritto alle riserve protette su terre dove non erano presenti nel 1988, quando fu ratificata l'attuale costituzione del Paese.
I ricorrenti sostenevano invece che ciò violava i loro diritti, dato che molti gruppi nativi furono costretti ad abbandonare le loro terre ancestrali, anche durante la dittatura militare che ha governato il Brasile dagli anni '60 agli anni '80. Il risultato è stato un 9-2 dei giudici della Corte, a favore degli indigeni.
Leader indigeni con vivaci copricapi di piume e pitture sul corpo sono esplosi in festa fuori dall'edificio dell'Alta Corte di Brasilia: "La giustizia è dalla parte dei popoli indigeni", ha affermato Joenia Wapichana, capo dell'agenzia governativa per gli affari indigeni, FUNAI. Gli attivisti indigeni avevano soprannominato il caso il "processo del secolo".
Gli unici due giudici che finora si sono pronunciati a favore sono stati nominati dall'ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (2019-2022), che ha mantenuto la sua promessa mentre era in carica di non creare "un centimetro in più" di riserve indigene protette in Brasile.
Bolsonaro è un alleato della potente lobby agroalimentare brasiliana, che ha sostenuto la limitazione del "periodo temporale". Ha presieduto all'ondata di distruzione nell'Amazzonia brasiliana durante la sua presidenza, quando la deforestazione media annua è aumentata di oltre il 75% rispetto al decennio precedente.
VITÓRIA! Por maioria dos votos, o @STF_oficial anula o Marco Temporal. Com voto do ministro Fux, o placar vai para 6 votos contrários a tese ruralista! O julgamento continua e seguimos na atenção para que nenhum direito seja negociado! #MarcoTemporalNao https://t.co/53juzWgEKk
— Apib Oficial (@ApibOficial) September 21, 2023
Gli ambientalisti si erano uniti agli attivisti indigeni nel fare pressioni affinché la corte respingesse l'argomentazione relativa al calendario. Numerosi studi hanno scoperto che le riserve indigene protette sono uno dei modi migliori per combattere la deforestazione e, con essa, il cambiamento climatico.
La Costituzione del Brasile non fa menzione di una data limite per le riserve indigene, che attualmente coprono l'11,6% del territorio brasiliano, in particolare in Amazzonia. Il presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, che ha sconfitto Bolsonaro alle elezioni dello scorso anno, ha ripreso a creare riserve indigene da quando è entrato in carica a gennaio, e ha anche creato il primo ministero degli Affari indigeni del Brasile.
Il Brasile ha più di 700 terre indigene riconosciute, anche se circa un terzo è ancora in attesa di essere designato ufficialmente come riserva. Il caso è stato portato avanti dalle popolazioni Xokleng, Guarani e Kaingang della riserva indigena Ibirama-Laklano nel sud del Brasile, parte della quale ha perso lo status di protezione quando un tribunale di grado inferiore ha stabilito che i gruppi non vivevano nella terra in questione nel 1988. La sentenza della Corte Suprema costituirà un precedente legale a livello nazionale.