AGI - La situazione dei diritti in Russia è peggiorata dopo l'invasione dell'Ucraina. A dichiararlo è Mariana Katzarova, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti nel Paese, denunciando il "persistente uso della tortura" e della violenza sessuale.
Secondo il rapporto dell'Onu, Mosca ha avviato una sistematica repressione delle voci critiche da quando ha dato il via all'operazione bellica, nel febbraio del 2022. Il drammatico degrado è arrivato dopo che "la situazione era già in costante declino negli ultimi due decenni", si legge.
Katzarova ha spiegato come le autorità russe abbiano "fortemente limitato le libertà di associazione, di riunione pacifica e di espressione" e hanno minato l'indipendenza del sistema giudiziario e le garanzie di un processo equo.
Oltre a ciò, ha avvertito che "le sanzioni amministrative sono state applicate arbitrariamente contro i dissidenti e la forza è stata usata contro i manifestanti pacifici". E non solo. Ad aumentare sono anche "la durezza delle recenti sentenze penali" che "il numero di persone condannate per accuse politiche".
Lo ha deciso il voto dello specifico Comitato riunito a Riad
Un repressione sistematica
Katzarova ha dichiarato di non aver avuto accesso in Russia e ha aggiunto che Mosca ha cercato di "ostacolare" il suo lavoro. Le sue conclusioni si basano su consultazioni con più di 60 gruppi e singole personalità di nazionalità russa e internazionale che operano nel campo dei diritti. I colloqui sono avvenuti di persona, via telefono o attraverso piattaforme online, e su quasi 100 contributi scritti.
L'esperto dell'Onu presenterà il suo rapporto al Consiglio per i diritti umani nel corso della settimana spiegando di essere riuscita a documentare come le recenti restrizioni legislative siano state utilizzate per "imbavagliare la società civile". "L'applicazione spesso violenta di queste leggi e di questi regolamenti ha portato a una sistematica repressione delle organizzazioni della società civile", ha scritto.
Ma ha determinato anche "arresti arbitrari di massa, detenzioni e molestie-violenze nei confronti di difensori dei diritti umani, attivisti pacifici contro la guerra, giornalisti, personalità della cultura, minoranze e chiunque si esprima contro la guerra".
L'autrice ha esortato la Russia ad abrogare gli articoli problematici del suo codice penale e a "rilasciare immediatamente le persone detenute in base a tali disposizioni, annullare le loro condanne e cancellare la loro fedina penale".
Torture e violenze sessuali
Katzarova, nel suo lavoro, ha chiesto il rilascio di tutti gli attivisti dell'opposizione politica detenuti arbitrariamente, tra cui il leader dell'opposizione Alexei Navalny e i dissidenti Vladimir Kara-Murza e Ilya Yashin. Nel rapporto si afferma che le donne, in particolare i difensori dei diritti, gli attivisti e i giornalisti, hanno "subito specifiche violenze di genere, umiliazioni e intimidazioni".
Si specifica, in più, che "il persistente ricorso alla tortura e ai maltrattamenti, compresa la violenza sessuale e di genere, mette a rischio la vita delle persone detenute". Katzarova ha affermato che "l'ambiente di impunità, l'imprevedibilità delle modifiche alla legge, oltre alla loro ambiguità", hanno costretto molti russi all'esilio.
Per questo, ha chiesto "un'indagine efficace, imparziale e indipendente su tutti i casi di uso della forza, detenzione arbitraria e altre forme di pressione". La Russia dovrebbe anche "garantire indagini rapide, trasparenti ed efficaci... su tutte le accuse di tortura e maltrattamenti in custodia", ha detto, chiedendo che tutti i responsabili siano chiamati a risponderne.
Il mandato di Katzarova scadrà il mese prossimo, a meno che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite non voti per estenderlo, cosa a cui Mosca si oppone con veemenza. Il Ministero degli Esteri russo ha definito gli sforzi per estendere il suo mandato "illegittimi", politicizzati ed estremamente conflittuali".