AGI - Le autorità libiche hanno aperto un'indagine sul crollo di due dighe che ha causato un'alluvione devastante a Derna. Lo scrive il quotidiano britannico 'Guardian'. Il procuratore generale della Libia, Al-Sediq al-Sour, ha detto che i pubblici ministeri indagheranno sul crollo delle dighe, costruite negli anni '70, nonchè sullo stanziamento dei fondi per la manutenzione.
I pubblici ministeri indagheranno sulle autorità locali della città, così come sui governi precedenti. "Rassicuro i cittadini che chiunque abbia commesso errori o negligenze sarà perseguito", ha detto il procuratore in una conferenza stampa nella città portuale di Derna.
Rischio epidemie
I gruppi umanitari hanno messo in guardia dal crescente rischio rappresentato dalla diffusione di epidemie che potrebbero aggravare la crisi umanitaria, mentre le speranze di trovare sopravvissuti sono svanite.
Sono stati riportati numeri contrastanti sulle vittime, ma le stime ufficiali collocano la cifra complessiva a oltre 11.000. Salem Al-Ferjani, direttore generale del servizio di ambulanza e di emergenza nella Libia orientale, ha affermato che solo le squadre di ricerca e soccorso potranno entrare nelle parti di Derna più colpite dalle inondazioni. Molti cittadini hanno già lasciato volontariamente la città.
Stephanie Williams, diplomatica americana ed ex inviata delle Nazioni Unite in Libia, ha sollecitato la mobilitazione globale per coordinare gli sforzi di aiuto in seguito all'alluvione. Ha messo in guardia contro la "predilezione della classe dirigente predatrice della Libia di usare il pretesto della 'sovranità' e della 'proprietà nazionale' per guidare tale processo da sola e in modo egoistico".
L'Onu ha lanciato un appello per oltre 71 milioni di dollari per assistere centinaia di migliaia di persone bisognose e ha avvertito che "la portata del problema" rimane poco chiara. L'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha affermato che "oltre 38.640" persone sono rimaste senza casa nella Libia orientale, 30.000 delle quali nella sola Derna.