AGI - Secondo fonti repubblicane citate dalla Cnn, l'avvio di un'inchiesta formale che porti all'impeachment del presidente degli Stati Uniti Joe Biden non dovrebbe passare dal voto della Camera. Lo Speaker Kevin McCarthy aveva sostenuto che ci sarebbe stato un voto, ma i Repubblicani non sembrano avere quelli sufficienti perché una parte dei conservatori è perplessa.
In sette mesi di indagini non formali la commissione Giustizia guidata dal trumpiano Jim Jordan non ha trovato alcuna prova del fatto che Biden si fosse arricchito con gli accordi stipulati dal figlio, Hunter, con governi stranieri, come Cina e Ucraina. Mentre il senatore conservatore Mitch McConnell invita a non inflazionare il ricorso all'impeachment, per non indebolire il Congresso.
L'apertura di un'inchiesta, secondo McCarthy, dovrebbe soltanto fornire maggiori mezzi d'indagine per raccogliere documenti, anche privati, come quelli bancari, per capire quale relazione finanziaria c'era tra il presidente e il figlio.
Le pressioni dei fedelissimi di Trump
Al momento a spingere per arrivare all'impeachment è soprattutto l'ala ultraconservatrice del Partito repubblicano, rappresentata da Matt Gaetz e da Marjorie Taylor Greene, due fedelissimi di Donald Trump.
Quello dell'avvio di un'inchiesta formale viene visto anche come espediente per costringere il presidente Biden a rispondere ad alcune domande, cosa che finora non ha mai fatto in quanto nel Delaware è in corso un'inchiesta che vede il figlio rispondere di frode fiscale, per la mancata dichiarazione di introiti ricevuti da governi stranieri, e per aver mentito all'Fbi riguardo la sua dipendenza dagli stupefacenti.
Con un'inchiesta penale in corso, Biden è autorizzato a non commentare e a non rispondere a domande riguardo i legami finanziari con il figlio. Con un'inchiesta formale avviata dalla Camera, il presidente potrebbe parlare e chiarire la sua posizione. Dal punto di vista tecnico, l'eventuale avvio dell'impeachment non fermerebbe Biden dal fare campagna elettorale nel 2024. Se anche la Camera, a maggioranza repubblicana, votasse la messa in stato d'accusa, poi toccherebbe al Senato il voto finale. Servono i due terzi dei voti. E qui i Democratici hanno la maggioranza.