AGI - "Oggi è il 167* giorno in cui Evan è ingiustamente detenuto, quasi sei mesi, e ogni giorno ringraziamo il fatto che lui sia forte, in buona salute e in uno stato d'animo positivo". Lo ha detto Jason Conti, consigliere generale di Dow Jones & Co., la società di Rupert Murdoch proprietaria del Wall Street Journal, introducendo il briefing allestito nella sede dei corrispondenti delle Nazioni Unite, per tenere viva l'attenzione su Evan Gershkovich, primo giornalista americano arrestato in Russia dai tempi dell'Unione Sovietica con l'accusa di spionaggio.
Il caso verrà presentato la prossima settimana qui a New York, in occasione della 78 Assemblea generale, che richiamerà le delegazioni di tutti e 193 i Paesi membri. Non c'è in piedi solo il negoziato tra Stati Uniti e Russia per un possibile scambio di prigionieri, ma vengono battute altre vie diplomatiche, con altri governi.
All'incontro, moderato dalla giornalista di Cbs News Pamela Falk e introdotto dalla presidente dei corrispondenti Onu Valeria Robecco, hanno partecipato, in collegamento virtuale, Mariana Katzarova, ex giornalista bulgara, relatrice speciale Onu nella Federazione Russa sui diritti umani, Paul Becket, capo della redazione di Washington del Wall Street Journal, e Guinoza Said, capo del programma per Europa e Asia Centrale del Cpj, la commissione che si occupa di proteggere i giornalisti nel mondo.
"Oggi - annuncia Conti - abbiamo presentato una petizione al Working Group on Arbitrary Detention", un gruppo di esperti indipendenti che sotto l'egida dell'Onu indaga sui casi di detenzione arbitraria. "L'idea - aggiunge - è porre il problema ufficialmente perché Evan continua a essere tenuto in carcere in modo arbitrario e questo indica che la Russia non ha rispettato gli obblighi stabiliti dalla legge internazionale, e il modo in cui viene trattato richiede urgentemente il rilascio". Katzarova ha parlato di "escalation nella repressione" dei giornalisti. "Negli ultimi vent'anni - ha ricordato - sono stati uccisi 43 giornalisti in Russia, giornalisti russi, e molti sono stati incarcerati". Il rischio è che la repressione non finisca con Gershkovich. La relatrice speciale presenterà un report al Consiglio sui diritti umani, per sottolineare come la situazione si "sia deteriorata". "La Russia - ha aggiunto Said - non è mai stata un posto sicuro, abbiamo molti casi di giornalisti uccisi a Mosca. Gli omicidi sono rimasti impuniti".
Ma ora cosa fare? L'apertura dell'Assemblea generale sarà un'occasione unica per incontrare più delegazioni e sollevare il caso. "Sì - conferma Conti - ci stiamo lavorando. Speriamo che varie delegazioni, inclusa quella americana, portino il caso all'attenzione delle Nazioni Unite e facciano in modo che lo tengano a centro". "Se non sarà fatto nulla - insiste - niente impedirà altri di prendere i giornalisti e colpirli. Ma quando questo avviene, la comunità internazionale deve agire, non possiamo scrollare le spalle e dire tanto la Russia si comporta cosi'". Il rischio è che la Russia continui a mostrare di non tenere in considerazione quanto viene deciso dalle Nazioni Unite. Ma su questo chi segue le sorti di Gershkovich non può fermarsi. La Germania è coinvolta nei negoziati, ma chi segue le sorti del giornalista americano dice di essere aperto a tutti gli interventi, compresi gli Emirati e il Qatar. Sul possibile scambio di prigionieri di cui si parla in questi giorni, il collega di Gershkovich, Becket, ha ammesso: "I negoziati sono in corso, e penso che qualcosa accadrà ma non sappiamo niente neanche noi del Wall Street Journal. Ultimamente è una cosa solo tra governi".