AGI - Ha destato una certa impresisone tra i media, dentro e fuori gli Stati Uniti, la perquisizione messa in atto dalla polizia nella redazione di un piccolo settimanale a conduzione familiare del Kansas, il Marion County Record, 4 mila copie di tiratura, alla ricerca di documenti che la testata si stava apprestando a pubblicare in merito alla contesa “tra la proprietaria di un ristorante locale e il suo ex marito in una procedura di divorzio”, come riporta il Washington Post. Notizie che avrebbero potuto violare la privacy dei diretti interessati.
Kari Newell, la titolare del ristorante, ha sostenuto che il giornale ha ottenuto illegalmente “informazioni che si sarebbero potute rivelare dannose per la controversia”, relative a una condanna avvenuta nel 2008 per guida in stato di ebbrezza. La polizia ha sequestrato un computer, un server e i cellulari di redazione e ha anche perquisito l'abitazione del proprietario della pubblicazione, nonché l'abitazione d’una consigliera comunale.
Secondo l’Associated Prees, invece, Kari Newell punta l’indice contro il quotidiano dicendo che l’ha presa di mira “dopo che ha cacciato l’editore Eric Meyer e un suo giornalista dal ristorante nel corso d’un evento politico”, episodio confermato alla Cnn dallo stesso Meyer. Sta di fatto che il raid di polizia, come riferisce il Guardian, è costato la vita alla madre dell’editore, comproprietaria della testata, Joan Meyer, di 98 anni, deceduta subito dopo la perquisizione “per lo stress subito”.
La testata inglese scrive che la perquisizione “è stata fortemente condannata dalle organizzazioni dei media statunitensi”, con oltre 30 importanti testate, tra cui Reuters, Associated Press, New York Times e Washington Post, che hanno sottoscritto una lettera aperta alla polizia in cui affermano che "non sembra esserci alcuna giustificazione per l'ampiezza e l’invadenza della perquisizione”.
Il Post sottolinea con forza che gli interventi della polizia contro le testate giornalistiche “sono quasi sconosciuti negli Stati Uniti e sono illegali nella maggior parte dei casi secondo la legge statale e federale” e che in ogni caso “non dovrebbero aver luogo”, come affermato anche in un’intervista da Emily Bradbury, direttrice esecutiva della Kansas Press Association, in quanto la libertà di stampa “è fondamentale per la nostra democrazia” e “non permetteremo che sia messa in discussione questa nostra prerogativa”.
Il capo del dipartimento di polizia di Marion, Gideon Cody, nell’affermare che si tratta di “un'indagine penale in corso”, ha perà offerto una sua versione secondo la quale il Federal Privacy Protection Act protegge i giornalisti dalla maggior parte delle ricerche nelle redazioni da parte delle forze dell'ordine federali e statali, ma ci sono alcune eccezioni in cui non è necessario un mandato di comparizione, incluso "quando c'è motivo di credere che il giornalista stia prendendo parte all'illecito”.
Netta invece la presa di posizione della Freedom of the Press Foundation secondo cui la perquisizione sembra aver violato la legge federale ed è "l'ultimo esempio di come gli agenti delle forze dell'ordine americane trattano la stampa in modi che ricalcano i regimi autoritari “, tant’è che sulla base dei rapporti arrivati fino ad ora, “l'irruzione della polizia al Marion County Record di venerdì sembra aver violato la legge federale, il Primo Emendamento e le minime regole di base”.
“Tutti i soggetti coinvolti dovrebbero vergognarsi di se stessi", ha concluso Seth Stern, direttore della difesa della Freedom of the Press Foundation.