AGI - È il mondo alla rovescia. Accade in Catalogna, dove i nudisti sono assediati nelle spiagge a loro tradizionalmente adibite da persone, per lo più turisti, che invece restano vestite di tutto punto. Il fenomeno è stato ribattezzato come “l’invasione tessile”.
"Prima, le persone arrivavano su una spiaggia per nudisti e se ne andavano oppure decidevano di spogliarsi", ha dichiarato Segimon Rovira, a capo della Federazione naturista-nudista della Catalogna, che con altri nudisti catalani sta dando vita a una campagna d’opinione per proteggere una tradizione decennale praticata in circa 50 spiagge della regione.
Già, perché il nudismo non è affatto vietato in Spagna, lo si può praticare in qualsiasi spiaggia, ora però la cosa spiacevole è che la maggior parte delle persone “adesso si fermano ma continuano a indossare il costume da bagno”. Quello di cui non si rendono conto “è che se sono in tanti e finiscono col metterci a disagio. È una mancanza di rispetto”, ha esclamato Rovira, che osserva come invece i nudisti, proprio per non disturbare le persone che nudiste non sono, “preferiscono scegliere le spiagge tradizionalmente per nudisti” e vogliono che questa libertà venga rispettata “come noi rispettiamo la loro di non voler spogliarsi”, incalza Rovira. Insomma, ognuno stia nei propri spazi senza interferire.
Media come il Paìs e il New York Post han dato molto risalto alla richiesta, riferendo che la Federazione naturista-nudista della Catalogna ha inviato una lettera ai funzionari della regione chiedendo loro di affrontare "la discriminazione che i nudisti subiscono sulle spiagge catalane”, come riportato anche dal Guardian: “Ci sono nudisti che hanno smesso di andare in alcune spiagge perché sono troppo affollate e ci sono troppe persone in costume da bagno che le fa sentire a disagio”.
La speranza è che la campagna contribuisca a garantire che alcune spiagge rimangano spazi sicuri per i naturisti e contribuisca a mantenere viva la tradizione, osserva il Paìs. “Iniziare a praticare il naturismo quando sei circondato da persone vestite è molto complicato”, ha dichiarato Rovira, "ed è per questo che riteniamo importante avere spazi per nudisti in modo che le persone che vogliono provare e praticare siano incoraggiate a farlo".
Ma come annota il New York Post, l’effetto dell’”invasione tessile” fa sì che le spiagge dei nudisti siano affollate anche da persone munite di smartphone, desiderose solo di condividere “gli sfondi”, mentre i nudisti non vogliono che le loro foto finiscano sui social media.
La cosa più fastidiosa per i nudisti è anche di ritrovarsi al centro di risatine, ammiccamenti, occhiate insistenti e commenti denigratori. Rovira tira le somme: “Come sempre accade, purtroppo a rimetterci sono le donne, maggiormente prese di mira e molestate. Quindi, alla fine, sono doppiamente discriminate: per essere nudiste e per l’essere donne”.