AGI - Un locale tutto intero per soli astemi. Si chiama Club Soda e ha aperto a Londra al Covent Garden, nel West End della città, centro teatrale e dell’intrattenimento. In primo bar della capitale inglese pensato appositamente per tutti quelli che “non bevono alcolici”.
Un giornale del settore come il Gambero Rosso, ad esempio, descrive le scelte a disposizione degli avventori sobri: “Qui si acquistano vini analcolici, birre analcoliche e altre bibite con etichette che segnalano chiaramente l'assenza di alcol. Alcuni prodotti di aziende famose per i loro alcolici utilizzano nome e bottiglie simili per i prodotti senza alcol aggiungendo sulle etichette a chiare lettere ‘zero’”.
I prezzi non sono proprio bassi, si va dalle 11 sterline (circa 12 euro) per una bottiglia di vino dealcolato fino ad alcune che arrivano a 30 sterline (35 euro), mentre i distillati in acqua oscillano tra le 25 e le 30 sterline a bottiglia.
Tra i mocktail e le bevande sul menù di Club Soda ci sono anche alcune ricette che vengono indicate come "modificatrici dell’umore," fino ai drink che “aiutano contro la timidezza” per arrivare a quelli che “conciliano il sonno”. L’importante, si fa notare, “è non ubriacarsi”.
Di questa nuova tendenza verso il “cocktail analcolico” l’Agi ne ha parlato con Massimo D’Addezio, bartender molto conosciuto nella Capitale: ha collaborato con il Lumen Bar del St. Regis, poi lo Stravinskij dell’Hotel De Russie in via del Babuino, quindi ha aperto un proprio cocktail bar al Pigneto, il Co.So., poi ceduto e, da ultimo, il Chorus Café, in via della Conciliazione, nell’ambito del ristorante dello chef Arcangelo Dandini.
“Non è un mistero – dice D’Addezio – che il trend si stia indirizzando su un mercato dove gli analcolici cominciano ad avere un certo rilievo. Dico che non è un mistero perché ci sono aziende grandi come Martini&Rossi oppure Bacardi, per fare solo alcuni esempi, insieme a tante altre, che stanno investendo su prodotti totalmente analcolici, partendo da Federic, con distillati analcolici, per arrivare a Martini&Rossi, le quali fanno ricette del vermouth in analcolico. Oppure anche Tanqueray, che fa gin analcolico, e poi c’è il Gin Zero di Sabatini e potremmo anche continuare... Il mercato si è riempito e ciò vuol dire che si punta in questa direzione. E questo significa che per il cocktail analcolico c’è mercato”.
“L’analcolico fa tendenza”, dice il bartender
Differenze con il passato?
“Ventitré anni fa lavoravo nei pressi d’un famoso centro benessere – continua a raccontare all’Agi D’Addezio – e avevo delle clienti che lo frequentavano che cercavano un cocktail analcolico che fosse rigenerante, rinvigorente, quindi ho dovuto cercare ingredienti che non fossero soltanto ‘apri la bottiglietta e metti dentro un po’ di zucchero’, bensì ingredienti che potessero essere importanti a livello alimentare. Tutto ciò – prosegue il bartender – mi ha fatto entrare in una nicchia di mercato dove ho sempre avuto un 20% del venduto sulla base di un cocktail analcolico, cioè privo di alcol”.
A livello generale qual è la richiesta di analcolico?
“Io ci ho sempre creduto e su questa idea ho avuto sempre un’ampia clientela. A livello generale vedo che c’è sempre maggiore richiesta”.
E per quale motivo?
“Va così anche perché c’è una maggiore attenzione alle questioni inerenti la salute, la sobrietà, si è più attenti perché alla fine ci siamo resi conto che guidando la macchina per tornare a casa, dopo che si sono bevuti due drink, si mette a rischio la vita propria e quella degli altri. Questa è un’altra delle motivazioni che giustificano la tendenza all’analcolico”.
Ma il cliente come si comporta, si orienta e reagisce?
Confermo che quando al cliente si propone questo tipo di esperienza è curioso ed è contento di provarla e finalmente ci sono svariati prodotti, anche amari”.
Cosa significa, si spieghi meglio.
“Che ci sono bitter analcolici che permettono anche di giocare e fare degli aperitivi interessanti, che sono un po’ la ‘pecora nera’ del gruppo, nel senso che tutti s’aspettano quando chiedono un cocktail analcolico che si facciano i bibitoni dolci, e invece andando sull’amaro ci si permette anche di poter fare un Negroni o uno Spritz analcolico”.
Altro tema: cocktail analcolico con gas o senza gas…?
“Questa è un’altra battaglia – risponde D’Addezio – nel senso che il gas è visto un po’ come un demone e poter offrire ad un cliente una bevanda rinfrescante, che allo stesso tempo sia anche dissetante e ‘sin gas’ è un’altra battaglia vinta. Sono in tanti che non vogliono sentir parlare di cocktail addizionati con gas”.
Le ricette “sin alcohol” di Massimo D’Addezio
Sono tre le ricette che il Bartender Massimo D’Addezio regala e consiglia agli utenti dell’Agi.
- La prima si chiama Negroni analcolico, che consiste in 30 ml Succo d’uva biologico, 30 ml Gin Sabatini Zero e 30 ml Bitter Monin Analcolico. Tecnica di preparazione Build, che prevede di inserire tutti gli ingredienti direttamente all’interno del bicchiere utilizzato poi per il cocktail. Bicchiere di servizio: tumbler basso on the rocks. Garnish: fetta di arancia disidratatosi.
- La seconda si chiama Arlecchino, 40 ml estratto di ananas naturale, 20 ml cranberry Juice, 20 ml sciroppo di agave, 10 gocce acqua di fiori di arancia, 2 lamponi 2 gelsi 5 mirtilli pestati. Tecnica di preparazione: Build. Bicchiere di servizio: fancy glass con ghiaccio tritato. Garnish: rametto di ribes rosso.
- Infine, la terza e ultima, di nome fa Flower Power: 50 ml Floreale Martini distillato di camomilla romana e altre botaniche amaricanti, 30 ml Sciroppo di passiflora, 20 ml Succo di lime. Tecnica di preparazione: Shake & Strain. Bicchiere di servizio: tumbler alto on the rocks. Garnish: fetta lime disidratato e 1 fiore di margherita