AGI - Il presidente francese Emmanuel Macron ha optato per un rimpasto del suo governo alla ricerca di un nuovo slancio dopo un inizio d'anno segnato dalle proteste di massa contro la sua riforma delle pensioni e dall'esplosione dei disordini, partiti da molte periferie cittadine, dopo la morte del giovane Nahel, ucciso dalla polizia.
Il rimpasto non ha riguardato figure chiave come i ministri dell'Economia, degli Interni, degli Esteri e della Giustizia, ma si è principalmente concentrato sulla sostituzione di funzionari della società civile che il leader centrista aveva nominato nel 2022. L'autorevole storico e specialista delle minoranze Pap Ndiaye, uno dei suoi acquisti di punta, ha lasciato il Ministero dell'Istruzione, che è andato a Gabriel Attal, un peso massimo del partito al governo e finora responsabile dei Conti pubblici.
Sur proposition de la Première ministre, le président de la République a nommé monsieur Gabriel Attal, ministre de l’Éducation nationale et de la Jeunesse. pic.twitter.com/bWd5q1iaSC
— Ministère Éducation nationale et Jeunesse (@education_gouv) July 20, 2023
Aurélien Rousseau, ex capo di gabinetto del primo ministro Elisabeth Borne, ha preso il posto di François Braun, medico, e la leader del partito al governo all'Assemblea nazionale, Aurore Bergé, ha ereditato il ministero della Solidarietà da Jean-Christophe Combe, ex direttore generale della Croce Rossa francese.
Un'altra delle rinunce più rilevanti è quella del Segretario di Stato Marlène Schiappa, che ha suscitato polemiche dopo aver posato per la rivista Playboy ed è finita sotto tiro per la sua gestione di un fondo anti-estremismo. Con questi cambiamenti, a poco più di un anno dalla sua rielezione, Macron sta rafforzando l'immagine politica del suo governo, in un mandato in cui non ha la maggioranza assoluta e in cui l'opposizione di destra è diventata il suo principale sostegno.
A meno di un anno dalle elezioni europee di maggio, il governo sta anche cercando di frenare l'ascesa dell'estrema destra. Le sue prossime battaglie sono una "ricomposizione politica" intorno all'ecologia e la sua riforma dell'immigrazione, che "non deve essere lasciata nelle mani dell'opposizione", ha detto Macron.
Lunedì il presidente aveva già confermato Borne come leader del suo esecutivo, anche se il 56% dei francesi la considera un cattivo primo ministro (sondaggio Elabe pubblicato mercoledì). Per Céline Bracq dell'istituto di sondaggi Odoxa, il rimpasto avrà un impatto "neutro o negativo", con molti francesi che si aspettavano un'azione e una rivoluzione più incisiva che avrebbe dovuto coinvolgere anche il primo ministro e altri ministri "impopolari".