AGI - Mentre il caldo non dà tregua, in Cina torna di moda il "facekini", il costume che copre il volto per evitare l'abbronzatura. Di fronte a temperature record (è avvenuto nella regione autonoma dello Xinjiang, dove la temperatura, domenica scorsa, ha toccato i 52,2 gradi, a Turpan) il facekini si sta imponendo non solo come costume per i bagnanti al mare, ma anche per chi visita i siti artistici delle città, in gran parte colpite dall'ondata di caldo.
Il costume facciale in lycra lascia scoperti occhi, naso e bocca (mentre copre le orecchie), ed è spesso associato al cappello. Il boom di vendite di questa maschera - che esiste da quasi venti anni - è visto come uno dei segnali del ritorno alla normalità dopo la fine delle restrizioni anti-pandemiche.
Come e perché si usa
Si usa soprattutto al mare, dove spesso è associato a costumi da bagno che coprono quasi tutto il corpo, ma viene indossato anche da chi è preoccupato per il rischio di contrarre malattie della pelle o di vedere comparire sul volto macchie dovute all'eccessiva esposizione al sole.
Come è nato
Il costume facciale, popolare anche in Corea del Sud, fu inventato nel 2004 dalla designer Zhang Shifan: da allora, il facekini ha periodicamente attirato l'attenzione a livello internazionale.
Oltre alla protezione dai raggi UV, il costume che copre il volto nasce per rispondere anche a un altro bisogno, a detta della stessa designer: la protezione dalle punture di medusa - altamente presenti e di dimensioni ragguardevoli - nelle acque vicino alle coste del Mar Giallo.
In queste settimane, pero', è sempre più visibile anche nelle città d'arte e, come mostra un servizio della televisione statale cinese Cctv, anche nel punto più caldo della Cina, le Flaming Mountains, nella zona di Turpan. Qui la temperatura ha raggiunto gli 80 gradi al suolo nei giorni scorsi, attirando turisti temerari, che muniti anche di ombrelli per proteggersi dal sole, hanno voluto provare l'esperienza del caldo più torrido mai registrato in Cina.