AGI - L'inviato speciale statunitense per il Clima, John Kerry, è atterrato domenica a Pechino, per riprendere il dialogo con la Cina sul contrasto ai cambiamenti climatici. L'obiettivo è far sì che "Cina e Stati Uniti" abbiano "un approfondito scambio di opinioni sulla cooperazione nell'affrontare" uno dei problemi più pressanti e urgenti. A riferirlo una breve nota dell'emittente televisiva statale China Central Television.
Il dialogo tra i due maggiori inquinatori del pianeta si era arenato da quasi un anno, a causa dello stop imposto da Pechino ad agosto 2022 in ritorsione per la visita a Taiwan dell'ex presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi. La sospensione della cooperazione nella lotta al cambiamento climatico e nella Difesa sono state le misure più dure intraprese da Pechino, che rivendica la sovranità su Taiwan e si oppone a ogni scambio ufficiale tra le autorità dell'isola e i Paesi che hanno rapporti diplomatici con Pechino: l'arrivo di Kerry nella capitale cinese appare un segnale di distensione tra Pechino e Washington. L'inviato del presidente Usa, Joe Biden, per il Clima rimarrà in Cina fino al 19 luglio.
Dialogo sempre più fitto tra Pechino e Washington
Quella di Kerry è la terza visita di un alto funzionario statunitense nell'arco di un mese. La prima fu quella del segretario di Stato, Antony Blinken, il 18 e 19 giugno scorsi, che tentò di stabilizzare le relazioni tra le due grandi potenze dopo l'incidente diplomatico innescato dal pallone spia cinese abbattuto dagli Stati Uniti, mentre settimana scorsa fu protagonista di una visita a Pechino la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, che richiamò all'importanza del dialogo diretto tra Pechino e Washington sulle divergenze nelle questioni economiche e commerciali e proprio sulla cooperazione contro i cambiamenti climatici.
All'orizzonte, inoltre, diversi analisti ritengono possibile un incontro tra Biden e il presidente cinese, Xi Jinping, a margine del vertice dell'Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) di San Francisco, a novembre prossimo. Nonostante quasi un anno di silenzio sulle questioni climatiche, il tema rimane una delle maggiori aree di cooperazione tra le due grandi potenze, divise su molti punti, a cominciare dalla questione di Taiwan e dai temi della cooperazione nella tecnologia, con particolare riguardo alla questione dei semiconduttori.
I precedenti di Kerry in Cina
"Durante gli incontri con i funzionari della Rpc", la Repubblica Popolare Cinese, "il segretario Kerry punterà a coinvolgere la Rpc nell'affrontare il cambiamento climatico", a cominciare dalla prossima Cop28 (negli Emirati Arabi Uniti dal 30 novembre al 12 dicembre prossimi) sottolinea il Dipartimento di Stato Usa.
Kerry è alla terza visita in Cina da quando è inviato speciale della Casa Bianca per il Clima, e incontrerà il suo omologo, Xie Zhenhua, Rappresentante Speciale per il Cambiamento Climatico di Pechino. Difficile immaginare clamorosi punti di svolta nei colloqui dei prossimi giorni, nonostante le temperature record delle ultime settimane siano per gli scienziati un'ennesima dimostrazione dell'urgenza della questione: in parte per la posizione, ormai nota, della Cina sul tema, e in parte per le carenze di energia elettrica di cui la Cina ha sofferto la scorsa estate proprio per l'aumento della domanda di energia legata al funzionamento dei condizionatori, durante un'ondata di caldo e di siccità che aveva messo in crisi il sud-ovest della Cina e metropoli come Chengdu e Chongqing.
La Cina si è impegnata a raggiungere il picco delle emissioni di CO2 entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060. Dal 2026, Pechino si impegna a ridurre l'uso del carbone, ma ad aprile scorso ha approvato un aumento dell'energia prodotta dal carbone, avanzando dubbi a livello internazionale sull'impegno nel raggiungimento dei propri obiettivi.
Pechino chiede "responsabilità comuni, ma differenziate" tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo nella lotta al cambiamento climatico, con uno sforzo maggiore da parte delle economie industrializzate. Per il presidente cinese, infine, è necessario affrontare le preoccupazioni dei Paesi in via di sviluppo - dei quali la Cina si erge a capofila - in termini di finanziamento, tecnologia e rafforzamento delle capacita' per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici.