AGI - Mentre la Francia è ancora alle prese con le agitazioni a seguito della morte di Nahel, il Senato dichiara guerra alla piattaforma TikTok minacciandone addirittura la sospensione in mancanza di chiarimenti entro gennaio 2024. È quello che emerge da un rapporto sulla presunta opacità della piattaforma cinese di video sharing stilato dalla commissione d'inchiesta della camera alta francese e reso noto oggi.
"A margine di quattro mesi di lavoro approfondito su TikTok - sottolinea stamane il quotidiano Le Figaro - e averne riscontrato scarsa trasparenza 'a tutti i livelli', i senatori francesi esigono risposte certe in mancanza delle quali non si escludono eventuali sospensioni".
Alla luce del rapporto, la commissione si è detta molto più preoccupata da TikTok che da altri social. Infatti, ha insistito il senatore Claude Malhuret presentando le conclusioni, "c'è una forte discrepanza tra la parola 'trasparenza', utilizzata come leit-motiv nella comunicazione di TikTok, e la realtà di una opacità evidentemente voluta" dai responsabili della piattaforma e questo - ha aggiunto - "ci ha davvero colpiti".
Le Figaro riferisce infatti che le domande poste ripetutamente dalla commissione, sia oralmente che per iscritto, non hanno mai ricevuto chiare risposte da parte della dirigenza della piattaforma. In particolare, "non sono mai giunte le precisazioni richieste su questioni che vanno dalla tipologia di dati personali (degli utenti TikTok) trasferiti a Pechino, al funzionamento del suo algoritmo".
Su questi e altri punti sensibili, "abbiamo ricevuto solo un 20% di risposte", evidenzia il presidente della commissione d'inchiesta, il senatore socialista Mickael Vallet, chiedendo al governo di "sospendere TikTok in Francia e chiederne anche la sospensione nell'Unione Europea", se la piattaforma non chiarirà entro il 1 gennaio 2024 la natura delle sue relazioni con le autorità di Pechino e se non introdurrà "controlli effettivi sull'età degli utenti". Già ieri, prima delle conclusioni della commissione sulla piattaforma social, il portavoce dell'Esecutivo, Olivier Vèran, aveva evocato la possibilità di bloccare "alcune funzionalità" dei social, escludendo tuttavia (almeno per ora) l'ipotesi di un "blackout generalizzato".