AGI - Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto ai suoi ministri di "fare di tutto per garantire il ritorno alla calma" dopo cinque notti in cui l'Hexagone è stato messo a ferro e fuoco dalle proteste per l'uccisione, da parte di un agente, di un 17enne, Nahel.
Durante l'incontro all'Eliseo, Emmanuel Macron ha chiesto ai suoi ministri di "continuare a fare di tutto per ripristinare l'ordine e garantire il ritorno alla calma", hanno riferito alcuni partecipanti all'incontro all'emittente BFMTV.
Il presidente della Repubblica ha anche detto loro che "il governo deve continuare a stare al fianco della polizia, dei gendarmi, dei magistrati, degli impiegati, dei vigili del fuoco, dei funzionari eletti, che sono stati mobilitati giorno e notte per cinque giorni".
Macron riceverà lunedì i presidenti del Senato e dell'Assemblea Nazionale. Contemporaneamente la premier Elisabeth Borne riceverà i presidenti dei gruppi parlamentali. Martedì il capo dell'Eliseo vedrà gli oltre 220 sindaci dei comuni che hanno subito danni nei disordini innescati dall'uccisione del 17enne di origine maghrebina.
Nella quinta notte si sono registrati tumulti a Lione, Parigi e Marsiglia, e oltre 1.000 persone sono state arrestate. Il Governo ha schierato anche oggi 45 mila agenti in vista di nuovi disordini. Un appello alla calma è stato lanciato dalla nonna del giovane nel nome del quale è scoppiata la rivolta.
Prime condanne
Quattro mesi di carcere con la condizionale, e insieme 140 ore di servizio alla comunità e l'obbligo di seguire un corso di educazione civica: è la pena inflitta a due giovani, già noti alla polizia e che erano stati arrestati nella notte tra il 29 e il 30 giugno a Saint-Germain-lès-Corbeil per aver dato fuoco a barricate e infranto vetri in strada per rallentare l'avanzata della polizia. Lo riferisce Le Parisien.
In Francia, sono arrivate le prime condanne per le persone fermate per l'uccisione di Nahel. I disordini sono diminuiti, ma il governo - dopo cinque notti in cui il Paese è stato messo a ferro e fuoco- ha ordinato anche stanotte un esteso contingente di sicurezza composto da 45mila agenti.
L'attacco alla casa del sindaco
L'ondata di violenza non ha interessato solo i grandi centri. Nella notte tra sabato e domenica, si è verificato un attentato con un'auto in fiamme contro l'abitazione del sindaco di L'Hay-les-Roses, un piccolo comune nella Val- de-Marne, a sud di Parigi. È "un fatto intollerabile", ha tuonato il primo ministro francese, Elisabeth Borne, aggiungendo che "i colpevoli saranno perseguiti con la massima fermezza".
Borne e il ministro dell'Interno Gérald Darmanin si sono recati nella località Il primo ministro ha condannato i "fatti intollerabili". "I colpevoli saranno perseguiti con la massima fermezza", ha detto, esprimendo il suo sostegno al sindaco e alla sua famiglia "ancora sotto choc". Borne ha assicurato ai sindaci che il governo non "lascerà passare alcuna violenza" e che "la massima fermezza" sarà applicata nelle sanzioni.
"Il primo ministro condanna questi fatti intollerabili e dà il suo pieno sostegno al sindaco di L'Hay-les-Roses e ai suoi parenti. Ha inviato un messaggio al sindaco e alla sua famiglia che sono ancora sotto shock. I colpevoli saranno perseguiti con la massima fermezza", si legge in una nota di Matignon.
Intanto la procura ha comunicato che gli autori dell'attentato, probabilmente hanno lanciato il veicolo "per bruciare" l'abitazione del sindaco. Secondo il procuratore della Repubblica di Crèteil, Stephane Hardouin, "i primi rilievi fanno ipotizzare che il veicolo sia stato lanciato per bruciare la villetta". "In una bottiglia di coca cola è stato scoperto un accelerante", ha aggiunto il gip, denunciando il fatto come di "estrema gravità".
Nella notte, il sindaco, Vincent Jeanbrun, primo cittadino di L'Ha-les-Roses in Val-de-Marne, ha pubblicato un tweet.
"Mia moglie e i miei figli sono scioccati e feriti", ha scritto Jeanbrun. Secondo Le Figaro, che cita fonti dell'entourage del primo cittadino, Jeanbrun si trovava nella sede del municipio, barricato da filo spinato, quando un gruppo di persone si è radunato davanti a casa sua dove si trovavano sua moglie e i due bambini piccoli.
I rivoltosi hanno utilizzato un'auto per sfondare il cancello del giardino, poi hanno dato fuoco al veicolo, "con la chiara intenzione di dare fuoco alla casa del sindaco". La moglie di Vincent Jeanbrun è poi fuggita frettolosamente con i suoi due figli ed è rimasta ferita durante la fuga inseguita dagli aggressori ed è stata ricoverata in ospedale. Dopo l'aggressione la procura di Creteil ha aperto un'inchiesta per tentato omicidio, riporta BFMTv.
La nonna di Nahel: "Non rompete le cose"
"Fermatevi, non rompete le cose": la nonna di Nahel oggi ha lanciato un appello alla calma dopo la quinta notte consecutiva di disordini urbani causati dalla morte del nipote.
"Dico alle persone che stanno distruggendo le cose: fermatevi. Non rompete le finestre, non rompete le scuole, non rompete gli autobus. Smettetela, sono mamme quelle sugli autobus, sono mamme quelle che camminano fuori", ha esortato Nadia, la nonna di Nahel, intervistata da BFMTV.
"Vogliamo che questi giovani siano lasciati in pace. Nahel è morto. Mia figlia aveva un solo figlio, è perduta, è finita, mia figlia non ha più vita. E mi hanno fatto perdere mia figlia e mio nipote", ha continuato, dicendosi "stanca".
Un agente salvato dal giubbotto antiproiettile
Un agente di polizia, colpito da un colpo di pistola, è stato protetto dal suo giubbotto anti-proiettile durante le violenze urbane a Nimes nella notte tra venerdì e sabato. Lo ha annunciato oggi la procura che ha aperto un'indagine per tentato omicidio, scrive Le Figaro.
"Indossare un giubbotto antiproiettile ha impedito all'agente di polizia vittima di essere gravemente ferito dal proiettile che lo ha colpito. Una radiografia ha confermato la presenza di munizioni nel giubbotto antiproiettile" il cui calibro rimane da determinare, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Nimes, Cecile Gensac, in una nota.
Nessuno è stato ancora arrestato, secondo l'ufficio del procuratore. Nella notte tra venerdi' e sabato, quattro agenti di polizia sono stati feriti da colpi di arma da fuoco a Vaulx-en-Velin, un sobborgo di Lione. La procura di Lione ha aperto un'indagine per "violenza intenzionale con un'arma su persone che detengono il potere pubblico e partecipazione a un gruppo al fine di commettere violenza".