AGI - Quelli che si presume siano resti umani sono stati scoperti tra i rottami del sottomarino Titan, imploso domenica scorsa mentre tentava di raggiungere il relitto del transatlantico Titanic a quasi 4.000 metri di profondità nell'oceano Atlantico. Lo riferisce la Guardia costiera americana.
I resti, "accuratamente raccolti dai rottami sul luogo dell'incidente", saranno analizzati così come i detriti, che dovrebbero fornire "elementi decisivi per comprendere le cause di questa tragedia", ha dichiarato Jason Neubauer, che sta conducendo le indagini della Guardia Costiera sull'incidente.
I rottami erano stati ripescati nei giorni scorsi, e portati a terra. Sul Titan c'erano il miliardario pakistano Shahazada Dawood, suo figlio Suleiman, il magnate britannico Hamish Harding, l'esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henry Nargeolet, e Stockton Rush, il capo della società armatrice Ocean Gate.
A che punto è l'indagine
"C'è ancora molto lavoro da fare per comprendere i fattori che hanno portato alla catastrofica perdita del Titano e per contribuire a garantire che una simile tragedia non si ripeta", ha affermato ancora Neubauer.
Il ritrovamento arriva nello stesso giorno in cui è giunta in Canada un'altra parte dei resti del sommergibile Titan, recuperati dalla compagnia canadese a cui appartiene anche la Polar Prince, la nave madre del Titan. Su questi resti, anche le autorità canadesi stanno conducendo indagini per determinare le cause dell'incidente del sommergibile.
La Polar Prince aveva trasportato il sommergibile Titan il 16 giugno con i suoi cinque occupanti dal porto di San Giovanni di Terranova al punto nell'Atlantico a circa 600 chilometri a sud-est, dove riposa sul fondale il relitto del Titanic. Secondo le autorità statunitensi, Polar Prince ha perso il contatto con Titan domenica 18 giugno, 105 minuti dopo l'inizio dell'immersione verso il Titanic. Ma solo tre giorni dopo si è avuta la conferma che il sottomarino era imploso e tutti i suoi occupanti erano morti.