AGI - Il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua prima uscita pubblica dopo l'ammutinamento del gruppo Wagner, ha ammesso che il Paese è stato sull'orlo della "guerra civile" e, parlando all'esercito, l'ha ringraziato per aver agito "in maniera chiara e coerente" durante le convulse ore di sabato scorso.
Il leader russo ha nuovamente insistito sul fatto che la società è unita ("La gente e l'esercito non erano dalla parte degli ammutinati") e ha negato che fosse necessario ritirare i soldati schierati in Ucraina dal campo.
Putin - che parlava all'esterno del Cremlino, di fronte ai vertici dei servizi segreti e anche al ministro della Difesa, Sergei Shoigu - ha anche riconosciuto la morte di diversi piloti dell'esercito regolare durante l'ammutinamento (senza però dire quanti), chiedendo un minuto di silenzio per loro. Non ci sono informazioni ufficiali su quanti piloti siano morti, ma secondo alcuni blogger filo-russi ne sono periti almeno 13.
Il Cremlino: "Non ci sono prerequisiti per i negoziati"
Non ci sono i prerequisiti al momento per i colloqui con l'Ucraina, poiché Kiev e tutto l'Occidente escludono questa possibilità, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Per quanto riguarda i negoziati, posso dire ancora una volta che, attualmente, non ci sono i presupposti per una tale possibilità. Sappiamo che questo è completamente escluso da Kiev e completamente escluso dai Paesi occidentali, quindi non ci sono i prerequisiti".
Il jet privato di Evgeny Prigozhin, partito dalla città russa di Rostov-sul-Don, è atterrato nella base aerea di Machulishchy vicino a Minsk alle 07:40 ora locale. È quanto riporta il giornale on line Ukrainska Pravda citando Belaruski Hajun, un media indipendente di monitoraggio militare bielorusso, che a sua volta cita i dati di Flight Radar.
Il giornale riferisce anche che poco dopo anche un altro jet è atterrato nello stesso aeroporto in Bielorussia da San Pietroburgo. Anche altri media confermano la notizia: secondo quanto riporta Meduza, che cita il gruppo di monitoraggio bielorusso Gayun, il jet privato Embraer Legacy 600 che dovrebbe essere utilizzato da Evgeny Prigozhin, è atterrato all'aeroporto militare di Machulishchi vicino a Minsk alle 07,40.
L'Fsb ha chiusso l'inchiesta controPrigozhin, che era stato accusato per aver organizzato una ribellione armata. Lo riferisce Ria Novosti citando un comunicato del servizio segreto di Mosca.
"Nel corso delle indagini sul procedimento penale avviato dal dipartimento investigativo dell'FSB della Federazione Russa il 23 giugno ai sensi dell'articolo 279 del codice penale sulla ribellione ribellione armata - si legge nella nota dell'Fsb - è stato stabilito che il 24 giugno i suoi partecipanti hanno interrotto le azioni direttamente volte a commettere un crimine. Tenendo conto di questa e di altre circostanze rilevanti per l'indagine - continua la nota dei servizi russi - il 27 giugno l'autorità investigativa ha emesso una decisione di chiudere il procedimento penale".
Il presidente dell'Ucraina, Volodimir Zelensky, parla di "avanzata in tutte le direzioni" dell'esercito di Kiev nel quadro dell'offensiva per recuperare i territori persi contro la Russia.
"I nostri soldati sono avanzati in tutte le direzioni, e questo è un giorno felice. Ho augurato ai ragazzi altri giorni come questo", ha detto Zelensky in nottata sul suo canale Telegram dopo aver incontrato le truppe nella regione di Donetsk.
Prima del discorso serale di Zelensky, il ministero della Difesa ucraino aveva segnalato avanzate comprese tra uno e due chilometri nell'area di Bakhmut, a Donetsk, e la ripresa, nella zona sud del fronte, della cittadina di Rivnopil, situata nel sud-ovest di Donetsk, vicino al confine amministrativo con la vicina regione di Zaporizhzhia.
Dalla zona di intersezione delle due province, l'Ucraina intende avanzare verso sud per raggiungere il Mar d'Azov e tagliare via terra il corridoio che collega la penisola di Crimea. L'Institute for the Study of War (ISW), popolare think tank americano che analizza il conflitto, ha confermato tramite geolocalizzazione la liberazione di Rivnopil da parte dell'Ucraina.
Secondo lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, la Russia continua a concentrare i suoi sforzi offensivi, che secondo la fonte non hanno successo, sulle aree del fronte orientale di Liman, Bakhmut e Marinka, mentre si sta concentrando sui teatri meridionali delle operazioni.
L'Ucraina ha lanciato una controffensiva più di tre settimane fa con operazioni in tre diverse sezioni del fronte, situate nelle regioni di Donetsk e Zaporizhia.
"Fin dall'inizio degli eventi, su mie dirette istruzioni, sono state prese misure per evitare molto spargimento di sangue. Ci è voluto del tempo, anche per dare a coloro che hanno commesso un errore la possibilità di cambiare idea, per chiarire che le loro azioni sono state fortemente respinte dalla società e per chiarire a quali conseguenze tragiche e devastanti per la Russia, per il nostro Stato, porta l'avventura in cui sono stati trascinati", ha detto Putin.
"Wagner diventi una milizia regolare"
Il presidente ritiene che la Russia abbia dimostrato che il "ricatto" era destinato al fallimento dopo la ribellione delle truppe Wagner. A loro Putin offre di arruolarsi nell'esercito, di andare in Bielorussia o di tornare a casa.
"Ringrazio voi russi per la vostra resilienza, la vostra unità e il vostro patriottismo. Questa solidarietà cittadina ha dimostrato che ogni ricatto è destinato al fallimento", ha detto Putin in un discorso alla nazione, prima di proporre ai soldati del gruppo paramilitare Wagner di firmare un contratto con l'esercito regolare oppure "tornare dalle loro famiglie e dai loro cari" oppure "andare in Bielorussia".
"Ringrazio quei soldati e comandanti del Gruppo Wagner - ha detto stasera Putin nel messaggio alla nazione - che hanno preso l'unica decisione giusta: non hanno commesso spargimento di sangue fratricida, si sono fermati all'ultimo momento. Oggi hanno l'opportunità di continuare a servire la Russia firmando un contratto con il Ministero della Difesa o altre forze dell'ordine, o tornare da parenti e amici. Chi vuole può andare in Bielorussia. La promessa che ho fatto si manterrà". Putin ha osservato che la stragrande maggioranza dei combattenti e dei comandanti del Gruppo Wagner sono patrioti russi, devoti al loro popolo e al loro Stato, che lo hanno dimostrato con il loro coraggio sul campo di battaglia.
"La ribellione armata sarebbe stata soppressa"
Putin ha affermato che fin dall'inizio della ribellione le autorità hanno preso immediatamente tutte le decisioni necessarie per neutralizzare la minaccia che si era presentata, per proteggere l'ordine costituzionale, la vita e la sicurezza dei russi. "Una ribellione armata sarebbe stata comunque soppressa", ha sottolineato il capo dello Stato. Secondo lui, gli organizzatori della ribellione, "nonostante la perdita di adeguatezza", lo hanno capito.
"Hanno capito tutti, tra l'altro, che sono andati incontro ad atti criminali, per dividere e indebolire il Paese, che ora sta affrontando una colossale minaccia esterna, una pressione senza precedenti dall'esterno". Ma gli organizzatori della ribellione hanno tradito il loro Paese. "Questo è esattamente il risultato - il fratricidio - che volevano i nemici della Russia: i neonazisti a Kiev, i loro protettori occidentali e ogni sorta di traditori nazionali. Volevano che i soldati russi si uccidessero a vicenda, in modo che il personale militare e i civili potessero morire, in modo che la Russia alla fine perdesse e la nostra società si dividesse, soffocata da una sanguinosa guerra civile", ha sottolineato il capo dello stato.
Gli avversari di Mosca - secondo Putin - "si sono fregati le mani, sognando di vendicarsi dei loro fallimenti al fronte e durante la cosiddetta controffensiva, ma hanno calcolato male". "Ringrazio tutti i nostri militari, le forze dell'ordine, i servizi speciali che hanno intralciato i ribelli, sono rimasti fedeli al loro dovere, al giuramento e al loro popolo". Putin ha anche espresso gratitudine al presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko per i suoi sforzi e il contributo alla risoluzione pacifica della situazione.
Lukashenko conferma: "Prigozhin è in Bielorussia"
Il presidente della Bielorussia Aleksander Lukashenko ha confermato che il leader del gruppo Wagner Evgheni Prigozhin è nel suo Paese. "Sì, in effetti, è in Bielorussia oggi", ha detto il leader di Minsk, citato dall'agenzia statale Belta.
Lukashenko ha osservato che la leadership del ministero della Difesa bielorusso è interessata all'esperienza dei combattenti Wagner e smentito le informazioni sulla costruzione di campi per i "wagneriti", affermando che, se necessario, sarebbero stati aiutati solo con l'alloggio. "Non stiamo ancora costruendo alcun campo. Per ora sono a Lugansk nei loro campi. E Prigozhin, che mi ha chiamato ieri, mi ha detto che qualcuno firmera' il contratto col ministero della Difesa russo", ha riferito Lukashenko.