AGI - In Grecia all'indomani della schiacciante vittoria alle legislative, Kyriakos Mitsotakis, capofila dei conservatori, ha prestato giuramento per un secondo mandato da premier, con la promessa di compiere una serie di riforme.
Il neo capo del governo, il 55enne leader di Nuova democrazia (ND) - già al potere dal 2019 alla fine di maggio scorso - è forte della sua scommessa vinta alle legislative. In effetti ha ottenuto il 40,55% dei consensi, quindi la maggioranza assoluta di 158 seggi sui 300 del Parlamento monocamerale greco che gli consente di governare da solo.
Alle ore 11, come previsto dalla tradizione greca, Mitsotakis si è recato al palazzo presidenziale di Atene dove la presidente Katerina Sakellaropoulou gli ha affidato formalmente l'incarico di formare un nuovo esecutivo. In presenza anche dell'arcivescovo della Chiesa ortodossa, Ieronymos Kyriakos, Mitsotakis ha prestato un giuramento religioso.
"Mi impegno ad attuare cambiamenti importanti durante questo secondo mandato quadriennale. Abbiamo una maggioranza parlamentare confortevole per farlo, pertanto stiamo iniziando un duro lavoro per grandi riforme", ha dichiarato il neo premier dopo essere stato ricevuto dal capo dello Stato.
Programma economico ambizioso
Per questo secondo mandato Mitsotakis ha prospettato un programma economico ambizioso, con promesse di aumenti salariali, soprattutto per i redditi più bassi, per andare incontro alla principale preoccupazione dei greci alle prese con l'inflazione, ma anche massicce assunzioni di personale medico e medici negli ospedali pubblici.
"Nuova Democrazia è il più forte partito di centrodestra in Europa!", ha sottolineato già ieri sera il premier greco, in posizione rafforzata rispetto a quando era salito al potere quattro anni fa, allora col 39,85% dei consensi, e dopo una dei migliori risultati elettorali dal ripristino della democrazia in Grecia nel 1974.
Maggioranza assoluta
La destra si è assicurata la maggioranza assoluta grazie a un "bonus" di 50 seggi, previsto da una nuova legge elettorale, concesso al partito che ne è uscito vincitore. Alle precedenti elezioni del 21 maggio, Mitsotakis non aveva raggiunto il suo obiettivo a causa di un diverso metodo di voto.
Aveva subito escluso la formazione di una coalizione e un governo provvisorio si era insediato in attesa della nuova tornata elettorale, in cui ha ottenuto oltre il doppio delle preferenze rispetto al suo principale avversario, il partito di sinistra dell'ex premier Alexis Tsipras, Syriza, fermatosi al 17,84%, contro il 20% il mese scorso.
Inoltre le seconde elezioni in cinque settimane sono state segnate da uno spostamento a destra dello scacchiere politico greco: oltre alla 'debacle' di Syriza, sono entrati in Parlamento esponenti di tre piccole formazioni nazionaliste o di estrema destra. Sintomatico della linea dominante in materia di politica migratoria è l'ingresso al Vouli di deputati di questi tre partiti che insieme hanno ottenuto il 12,77% dei voti, a soli 10 giorni dal drammatico affondamento di un barcone carico di migranti al largo della Grecia, causando centinaia di morti.
Tra queste formazioni, la sorpresa più grande è arrivata dagli 'Spartani', con il 4,64% dei voti e 12 deputati eletti. Questo partito, sconosciuto fino a poco tempo fa, è sostenuto da un ex dirigente della formazione neonazista Alba Dorata, Ilias Kassidiaris.
Quest'ultimo, antisemita e revisionista, sta attualmente scontando una pesante pena detentiva, motivo per cui la Corte Suprema gli ha vietato di candidarsi alle elezioni. Infine il voto di domenica è stato anche segnato da un'elevata astensione (47%), che riflette indubbiamente la stanchezza degli elettori chiamati alle urne due volte in poche settimane.
"Senza oppositori, dominio assoluto di Mitsotakis", titola oggi il quotidiano centrista Ta Nea, mentre alcuni analisti sono preoccupati per l'onnipotenza della destra in Parlamento a fronte di un'opposizione di sinistra molto indebolita. Il partito Syriza dell'ex premier Tsipras (2015-2019) ha subito una schiacciante sconfitta, non riuscendo nemmeno a mantenere il suo punteggio del 21 maggio, e a piu' di 20 punti di differenza da Nuova Democrazia.
"È stata una battaglia difficile. Il risultato è ovviamente negativo per noi", ha ammesso il combattivo quarantenne. Per molti analisti i giorni di Tsipras alla guida di Syriza appaiono ormai contati. Con questa solida vittoria Mitsotakis può anche rivendicare un ruolo di primo piano nella destra europea.
Chi è Kyriakos Mitsotakis
Rampollo di una dinastia politica il cui padre è stato anche primo ministro, Mitsotakis ha già fatto meglio di lui, rimanendo al potere per un'intera legislatura. Sposato e padre di tre figli, dopo la laurea in Scienze Sociali e Integrazione Europea presso le prestigiose università di Harvard e Stanford (USA), ha lavorato come analista e manager finanziario a Londra e Atene.
Il suo salto in politica è arrivato nel 2004, quando è stato eletto deputato per i conservatori di Nuova Democrazia, di cui è presidente dal 2016. Nel luglio 2019 è riuscito a sconfiggere l'allora premier di sinistra Tsipras, dopo aver raggiunto il 40% dei voti, che gli ha già permesso di governare con la maggioranza assoluta fino allo scorso maggio.
Dopo un rovinoso decennio di crisi economica tra il 2010 e il 2018, la Grecia ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. La produzione è aumentata del 5,9% lo scorso anno, alimentata principalmente dal turismo, dalla navigazione mercantile e dall'edilizia.
Il primo governo Mitsotakis ha previsto una crescita del 2,3% nel 2023, ma il debito del Paese, al 171,3% del Pil nel 2022, è una problematica di lunga data. Anche la disoccupazione rimane elevata al 12,4%, soprattutto tra i giovani, quasi un quarto dei quali sono senza lavoro.
Un'ondata inflazionistica, conseguenza della crisi energetica, caratterizzata soprattutto dall'aumento dei prezzi dei beni essenziali e dei costi delle case, è una preoccupazione fondamentale per i cittadini. Inoltre la Grecia è uno dei principali punti di ingresso per i migranti che cercano di raggiungere l'Unione europea attraverso la vicina Turchia. Mitsotakis ha adottato una linea dura, sigillando i suoi confini con l'aiuto dell'agenzia di frontiera dell'Ue Frontex. Il suo primo governo è stato accusato di respingimenti di migranti illegali, cosa che nega costantemente, ma sicuramente nel suo secondo mandato proseguirà su questa linea.