AGI - Per un verso o per l’altro, Mykonos, meta insulare greca di vacanze del jet set internazionale, fa sempre notizia. Nell’isola oggi regna il caos. Motivo? Secondo l'Associazione degli archeologi greci, l'edilizia abusiva è "fuori controllo" e con pochi dipendenti. L'Ephoria of Antiquities of the Cyclades, l'autorità archeologica responsabile dell'arcipelago, è sopraffatta dal lavoro e dalle minacce.
Il punto, secondo Le Monde, è che in Grecia, per qualsiasi costruzione edilizia è necessaria l'autorizzazione d’un archeologo, ma “se viene trovato un reperto tra le macerie, il lavoro viene sospeso”. Così la concessione del permesso per una villa o un resort può anche richiedere anni e molti costruttori “fanno pressione sugli archeologi o sulle autorità locali”.
Tant’è che da quel che risulta, dal 2018 “sono state presentate 5.450 richieste di concessione edilizia e dal 2011 ad oggi sono state registrate 7.600 irregolarità”. Fino ad ora, però, sull'isola è sembrata regnare una sorta di “grande impunità” perché dal 1974, le autorità greche “hanno concesso ben nove volte l'amnistia” per costruzioni risultate abusive, si legge nell’articolo.
Ora, dopo il pestaggio dell'archeologo Manolis Psarros, responsabile del rilascio dei permessi di costruzione nell'isola delle Cicladi, le autorità greche hanno deciso di agire per riportare l'ordine. “Ora a Mykonos la legge sarà applicata", ha garantito il ministro dell'Ambiente Kostas Skrekas. “Nessun progetto illegale sarà mai più condonato. Non ci sarà scampo”.
Nell’isola adesso sono stati inviati ingenti rinforzi di polizia, inclusi specialisti in reati finanziari e ispettori ad hoc per studiare la conformità delle costruzioni realizzate e delle concessioni date. Per esempio, sulla spiaggia di Panormos, durante una notte, è comparso un muro sopraelevato che “ha sbarrato l'accesso al mare” al fine di ampliare il ristorante-club Principote, “di cui 40.000 metri quadrati sono stati costruiti illegalmente”.
Scrive Le Monde che ora “i proprietari delle costruzioni hanno la possibilità di demolirle essi stessi l’opera per evitare una chiusura amministrativa e una multa consistente”. Dopo la demolizione, un ispettore del Ministero dell'Ambiente fa la sua valutazione e vede se tutto è tornato come prima mentre finora già sei stabilimenti balneari hanno deciso di distruggere capanne o recinzioni costruite abusivamente sui tredici stabilimenti individuati come molto problematici dalla Procura.
“L'arbitrarietà è diventata la regola su quest'isola e la magistratura doveva dimostrare di non tollerare queste cose", ha precisato il procuratore. Secondo gli isolani la situazione è diventata fuori controllo da quando sono arrivati i “nuovi soggetti" del mondo degli affari locali, in particolare dagli Emirati. Dopo la crisi finanziaria, infatti, “molti capi greci hanno venduto a stranieri che non conoscevano burocrazia e ritardi amministrativi”, riferisce il quotidiano parigino, mentre solo pochissime vecchie famiglie di albergatori di Mykonos sono ancora attive sull’isola.