AGI - Per 18 anni terrorizzò gli Stati Uniti con i suoi pacchi-bomba che inviava a università, aerolinee, esponenti del mondo accademico; l'Fbi non riusciva a trovare elementi per incastrarlo e alla fine fu il fratello a fornire gli indizi decisivi. Condannato all'ergastolo, il terrorista Theodore Kaczynski, meglio noto come "Unabomber", è stato trovato morto in una cella in un carcere della Carolina del Nord.
Kaczynski era uno studente dotato, un genio della matematica, entrato all'Università di Harvard a soli 16 anni e che, a 25, era già assistente presso la prestigiosa Università di Berkeley. Ma a un certo punto, intraprese una crociata contro il progresso e la tecnologia: lasciò la vita accademica e, all'inizio degli anni '70, si allontanò dalla civiltà per vivere in una capanna nel Montana, dove non c'era acqua corrente nè elettricità ed era illuminata da candele che fabbricava lui stesso. E proprio da questa capanna, nutrendosi dei conigli a cui dava la caccia, tra il 1978 al 1995, questo brillante matematico divenuto eremita terrorizzò il Paese inviando sedici bombe, nascoste in pacchi postali, a varie persone e aziende. Era il suo rifiuto del ruolo della tecnologia nella civiltà, ma in questo modo provocò tre morti e 23 feriti. I suoi primi bersagli furono accademici e compagnie aeree, il che gli guadagnò il soprannome di "Unabomber" (che sta per "University and Airline Bomber").
Ma nel settembre 1995, promettendo di cessare l'invio di bombe, Kaczynski riuscì a farsi pubblicare dal New York Times e dal Washington Post un lungo manifesto di 35mila parole: si intitolava "La società industriale e il suo futuro", vi esprimeva il suo odio per la tecnologia e il mondo moderno e giustificava la sua campagna omicida.
E fu a quel punto che durante la lettura del manifesto, il fratello, David Kaczynski, vedi nel documento una somiglianza con i vecchi scritti di Theodore, che era ormai da anni tagliato fuori dalla famiglia: allertò l'FBI e, nell'aprile 1996, il terrorista fu arrestato. Nonostante una diagnosi di schizofrenia paranoica, gli psichiatri ritennero che potesse essere portato davanti a una giuria: fu processato e nel 1998 condannato all'ergastolo.