AGI - Solo un anno fa il clima della Silicon Valley “era cupo, le azioni Big Tech stavano crollando e la bolla delle criptovalute era appena scoppiata” mentre un'ondata di licenziamenti stava iniziando ad abbattersi sul settore hi-tech, analizza il Washington Post, poi però “è arrivato il boom dell'intelligenza artificiale” è la situazione è mutata e il clima si è risollevato. Insieme a tutta l’industria tech.
Da allora, secondo il quotidiano Usa, i venture capitalist hanno investito denaro nelle start-up d’intelligenza artificiale, immettendo nel circuito “oltre 11 miliardi di dollari solo a maggio”, stando a quanto riferito dalla società di dati PitchBook, “con un aumento dell'86% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso”.
Tanto che la scorsa settimana il produttore di chip di AI Nvidia “è diventato una delle poche aziende al mondo a raggiungere un valore di 1 trilione di dollari”.
Insomma, da un momento all’altro è arrivata la svolta, al punto che San Francisco oggi è letteralmente in preda “all’euforia da IA”, sottolinea il Post, e nei bar e nei ristoranti oggi non si discute d’altro.
Motivo per cui l’industria dell’intelligenza artificiale “è uno dei pochi settori in cui ancora s’assume” e le società pagano addirittura “elevati stipendi” per la manodopera. L’IA, dunque, come nuova corsa all’oro, innescata in gran parte dal lancio di ChatGPT di OpenAI a novembre scorso.
"C’è stato un miglioramento della qualità molto maggiore del previsto", ha affermato Dan Wang, professore di economia alla Columbia University che studia l'industria tecnologica, a proposito dell'emergere dell'IA generativa, e “ciò ha colto di sorpresa la gente e ha anche dato via libera alla creatività sia degli imprenditori esistenti sia degli aspiranti imprenditori".
Uno dei maggiori beneficiari degli investimenti è tuttavia Nvidia, non foss’altro perché quando l'azienda ha iniziato a realizzare prodotti e software specializzati per l'intelligenza artificiale ha visto subito “quadruplicare il prezzo delle sue azioni tra il 2019 e l'inizio del 2023”.
Insomma, i titoli tecnologici si sono ripresi in pieno, dopo che gli analisti hanno dichiarato che il mercato fatto di 10 anni di continui rialzi era di fatto terminato. Basti pensare che nel 2022 il Nasdaq 100, indice del mercato azionario dominato dalle più grandi società tecnologiche, ha perso un terzo del suo valore, lasciando sul terreno il 33% della ricchezza accumulata nell'ultimo decennio, mentre nei primi quattro mesi del 2023 lo stesso Nasdaq 100 “è già risalito del 31%”.