AGI - La centrale idroelettrica di Nova Kakhovka distrutta da una esplosione di cui Mosca e Kiev si attribuiscono a vicenda la responsabilità, ha una importanza chiave per il funzionamento corretto della centrale nucleare di Zaporizhzhia, per il rifornimento della penisola di Crimea ed è di grande importanza anche perché collega la sponda destra e sinistra del fiume Dnepr, il fiume diventato la linea del fronte tra l'esercito russo e quello ucraino.
La costruzione della diga iniziò nel 1950 e la centrale fu messa in funzione sei anni dopo, durante il periodo sovietico. Si tratta del quinto impianto idroelettrico in Ucraina, con una capacità di 334,8 megawatt. Prima dell'esplosione il serbatoio conteneva 18 milioni di metri cubi d'acqua.
Il muro della diga è alto 30 metri e lungo 3.850 metri. L'infrastruttura, che dovrà essere costruita ex novo secondo le autorità russe, si trova nella regione ucraina meridionale di Kherson, a 5 chilometri dalla città di Nova Kakhova, che la Russia ha occupato nel febbraio 2022, subito dopo l'inizio dell'invasione.
L'acqua del fiume Dnepr e del bacino idrico di Kakhovka è vitale per il funzionamento della vicina centrale nucleare di Zaporizhia, la più grande d'Europa e costantemente in pericolo di attacco. L'acqua del serbatoio è necessaria all'impianto per ricevere elettricità per i condensatori delle turbine e per i sistemi di sicurezza.
Lo stagno di raffreddamento dell'impianto è riempito con un livello d'acqua di 16,6 metri, che è sufficiente per le esigenze dell'impianto, secondo l'agenzia nucleare ucraina Energoatom.
Gli esperti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) che si trovano presso la centrale nucleare di Zaporizhia hanno assicurato che "non vi è alcun rischio immediato per la sicurezza nucleare nella centrale".
Anche la Russia, che controlla l'impianto atomico, ha dichiarato che i rischi per l'impianto di Zaporizhia "sono ormai minimi".