AGI - Il temutissimo esame di ammissione all'università in Cina raggiunge livelli record di partecipanti nel primo anno dopo la fine delle restrizioni per il contenimento del Covid-19. Da domani al 9 giugno saranno 12,91 milioni gli studenti cinesi attesi sui banchi per le prove del gaokao (termine traducibile come "alto esame") per l'ammissione all'università, quasi un milione (980mila) in più rispetto al livello raggiunto lo scorso anno, ancora nel pieno delle restrizioni anti-pandemiche, secondo le cifre diffuse dal ministero dell'Istruzione cinese.
In molte città non verranno prese le temperature dei candidati e non sarà obbligatorio portare la mascherina in sede di esame, ma le novità maggiori riguardano l'aggiornamento del sistema dei controlli per evitare irregolarità, tra cui faranno la loro comparsa, per la prima volta, sistemi di sicurezza con riconoscimento facciale. Anche il ministero della Pubblica Sicurezza è sceso in campo, con una campagna che ha portato alla luce sia casi di vendita di materiale riservato sia vere e proprie truffe.
"I controlli di sicurezza per il gaokao di quest'anno sono i più severi", ha commentato al tabloid Global Times un insegnante di Chongqing, metropoli del sud-ovest cinese. "E' cruciale garantire l'equità dell'esame, che è probabilmente il più importante per la maggiore parte degli studenti cinesi".
Il vicepremier chiede "sforzi meticolosi"
Lo stesso vice premier, Ding Xuexiang - membro del Comitato Permanente del Politburo e quindi uno dei sette uomini più potenti della Cina - ha chiesto sforzi "meticolosi" nella preparazione dell'esame, durante una visita di ispezione al ministero dell'Istruzione e a un istituto scolastico di Pechino che ospiterà gli studenti a partire da domani.
Il meteo avverso
Le condizioni atmosferiche non aiuteranno i candidati: dal nord al sud in molte zone sono previste piogge e forti venti nel primo giorno di prove, che potrebbero creare disagi agli studenti per recarsi nelle aule dove si terranno le prove.
La disoccupazione giovanile è alle stelle
Meteo a parte, non sfugge che il gaokao di quest'anno si svolga in un contesto difficile sul piano interno, in particolare per i livelli record raggiunti dalla disoccupazione giovanile, un dato che offusca le prospettive degli studenti nella ricerca di un posto di lavoro dopo l'agognato titolo di studio. Il dato della disoccupazione nelle aree urbane tra i giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni ha raggiunto il 20,4% ad aprile scorso, secondo gli ultimi dati disponibili, quattro volte più alto del dato generale sulla disoccupazione.
La bolla rischia di esplodere
Quella che si profila all'orizzonte è una tempesta perfetta, per i più pessimisti, che vedono crepe nel contratto sociale su cui il Partito Comunista Cinese poggia il proprio consenso, e che si traduce, spesso, in lavori sottopagati, o al di sotto delle proprie competenze, per chi esce dalle università. Una bolla che sta esplodendo, quella dell'educazione universitaria in Cina, dopo il boom degli anni Novanta, secondo il sociologo Yao Lu, citato da Cnbc, e che mostra lo squilibrio tra la domanda e l'offerta di lavoratori altamente specializzati.
"L'economia non è stata al passo", nel giudizio del docente di Sociologia della Columbia University di New York, che assieme al collega Li Xiaogang, dell'Università di Jiaotong di Xi'an, nella Cina interna, ha dedicato uno studio al fenomeno: e tutto questo si innesta su una situazione ulteriormente complicata dall'invecchiamento della popolazione e dalla crisi demografica, ormai certificata. Avere una laurea non è più sufficiente per ottenere un lavoro altamente qualificato, commenta Lu, "ma allo stesso tempo diventa sempre più necessaria perchè tutti gli altri ce l'hanno"