AGI - "Se tutti avessero fatto il loro lavoro per proteggere Lindsay, sarebbe viva": la famiglia di un'adolescente francese che si è tolta la vita a 13 anni dopo essere stata vittima di bullismo a scuola ha annunciato di aver presentato una denuncia, in particolare contro Facebook. Dopo aver puntato il dito contro il "lavoro" che non è stato fatto, l'avvocato della famiglia, Pierre Debuisson, ha letto una lettera scritta dalla ragazza diversi mesi prima del suo suicidio, avvenuto a metà maggio nel nord della Francia.
"Se state leggendo questa lettera, allora probabilmente me ne sono andata. Non potevo sopportare gli insulti mattina e sera, le prese in giro, le minacce nonostante tutto quello che è successo, vorranno sempre farmi del male", scriveva la studentessa. "Se avessimo avuto aiuto, se avessimo avuto sostegno, sono sicura che mia figlia sarebbe ancora con noi", ha detto la madre, Betty, durante la conferenza stampa.
"Ho provato di tutto, ho fatto di tutto, ma non abbiamo avuto alcun aiuto, siamo stati completamente abbandonati, non abbiamo avuto alcun sostegno, né prima, né durante, né dopo", ha denunciato la donna. L'indagine giudiziaria sulla morte di Lindsay ha portato all'incriminazione di quattro minori per "molestie scolastiche che hanno portato al suicidio" e di un adulto per "minacce di morte".
Suicide de #Lindsay : "On a été lâchés par tout le monde". La famille de l'ado harcelée porte plainte pour "non-assistance à personne en péril" contre le directeur du collège, l'académie de Lille, des policiers chargés d'une première plainte et contre Facebook France et Instagram… pic.twitter.com/KZNSrDATts
— Infos Françaises (@InfosFrancaises) June 1, 2023
Il social network è stato "completamente inadeguato" nel permettere il proliferare di "discorsi d'odio", anche dopo la morte della studentessa, che frequentava la scuola di Vendin-le-Vieil, nel nord della Francia, ha dichiarato l'avvocato Pierre Debuisson.
"La morte di Lindsay non è stata sufficiente, perché dopo la morte di Lindsay, gli insulti hanno continuato a circolare sui social network e continuano a farlo", ha detto l'avvocato, indicando i post su Instagram, di proprieta' di Facebook, che esultano per il suicidio dell'adolescente. Secondo l'avvocato, il gruppo americano si è reso colpevole di una "totale violazione" dell'obbligo di moderare e controllare i contenuti pubblicati sulle sue piattaforme. La famiglia di Lindsay ha anche annunciato di aver presentato una denuncia contro gli investigatori e le autorità scolastiche per il loro presunto fallimento in questo caso.