L'azzardo del premier socialista spagnolo Pedro Sanchez, che ha convocato elezioni anticipate per il 23 luglio dopo la debacle alle amministrative, ha avuto un primo rilevante risultato. Podemos e Sumar, le due principali sigle di una sinistra radicale uscita con le ossa rotte dal voto del 23 maggio, hanno messo da parte divergenze e rancori e stanno lavorando a una lista unitaria che, alleata con i socialisti, possa contrastare l'onda di destra che ha investito la Spagna.
La vicepremier, Yolanda Diaz, ha affermato su Twitter di essere pronta a raccogliere la "sfida". Il movimento da lei guidato, Sumar, ha però tempo solo fino al 9 giugno per presentare una lista unitaria con le altre sigle dell'area. Per il momento, è stato registrato un partito denominato "Movimiento Sumar", che dovrà essere il perno di una nuova "cosa rossa" che Diaz intende aprire a esponenti della società civile.
Podemos, il partito sorto dal movimento degli "Indignados", un tempo sopra il 20% e oggi quasi scomparso dai parlamenti regionali, non intende però perdere tempo. Con la benedizione di Pablo Iglesias, fin troppo presente per un ex leader, la segretaria generale del partito, Ione Belarra, ha annunciato che sono in corso i negoziati con Diaz per arrivare alla "unità" delle sinistre.
"Davanti alla Spagna nera di Feijoò (il nuovo numero uno del Partito Popolare), vinceremo", è stata la risposta della vicepremier, che ha guadagnato popolarità grazie al suo ruolo nel governo. Di tutte le condizioni che Belarra aveva posto per un'alleanza con Sumar, a partire dalla convocazione di primarie, non si parla più. Dieci giorni sono pochissimi. E Podemos oggi non è nella posizione di poter piantare paletti.