AGI - Snellire le procedure doganali e risparmiare sui costi operativi introducendo un hub dei dati capace di fornire alle autorità una panoramica a 360 gradi delle catene di approvvigionamento e della circolazione delle merci. Sono gli obiettivi della riforma dell'unione doganale europea che promette di far risparmiare agli Stati membri fino a 2 miliardi di euro all'anno in costi operativi.
Nello specifico, la riforma semplifica e razionalizza gli obblighi di dichiarazione doganale per gli operatori, ad esempio riducendo il tempo necessario per completare i processi di importazione, fornendo un'unica interfaccia Ue e facilitando il riutilizzo dei dati. La Commissione europea propone di introdurre una nuova Autorità doganale dell'Ue che supervisioni l'Hub dei dati doganali. Quest'ultimo andrà a sostituire l'attuale infrastruttura informatica doganale degli Stati, portando quindi al taglio dei costi promesso da Palazzo Berlaymont. La nuova autorità contribuirà invece a migliorare la gestione Ue dei rischi e ai controlli doganali.
Le novità per il trasferimento merci in Ue
Se approvata dai co-legislatori, la riforma consentirà alle imprese che vogliono portare merci nell'Ue di registrare tutte le informazioni sui loro prodotti e sulle catene di approvvigionamento nel nuovo Hub dei dati doganali che farà da centro di raccolta con funzionalità di apprendimento automatico e intelligenza artificiale. In alcuni casi in cui i processi aziendali e le catene di approvvigionamento saranno completamente trasparenti, gli operatori più fidati (i cosiddetti trader "Trust and Check") potranno immettere le loro merci in circolazione nell'Ue senza alcun intervento doganale attivo e senza compromettere la sicurezza o i requisiti anti-frode.
Secondo la proposta, l'Hub dei dati potrà essere usato nel settore dell'e-commerce dal 2028, seguito (su base volontaria) da altri importatori nel 2032. Una revisione nel 2035 valuterà se questa possibilità potrà essere estesa a tutti i trader nell'ottica di rendere obbligatorio l'uso dell'Hub dal 2038. "Il nuovo sistema - si legge nel documento Ue - offrirà alle autorità doganali una panoramica delle catene di approvvigionamento e dei processi di produzione delle merci che entrano nell'Ue. Tutti gli Stati membri avranno accesso ai dati in tempo reale e saranno in grado di mettere in comune le informazioni per rispondere in modo più rapido, coerente ed efficace ai rischi".
Gli effetti sulle piattaforme on line
La riforma avrà anche l'effetto di rendere le piattaforme online attori fondamentali per garantire che le merci vendute sul web nell'Ue rispettino tutti gli obblighi doganali. In particolare le piattaforme saranno responsabili di garantire che i dazi doganali e l'Iva siano pagati all'acquisto.
Allo stesso tempo, la riforma abolisce l'attuale soglia per cui i beni di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazi doganali. Per effetto di questa esenzione si stima che fino al 65% di tali spedizioni che entrano nell'Ue siano attualmente sottocosto per evitare i dazi doganali all'importazione. Si prevede che il nuovo regime di e-commerce porterà entrate doganali aggiuntive per un importo di un miliardo di euro all'anno.