AGI - I libri ritenuti politicamente sensibili finiscono nel mirino delle autorità di Hong Kong in un nuovo segnale di repressione nell'ex colonia britannica. I testi che trattano della strage di piazza Tienanmen, delle proteste pro-democrazia del 2019 e di altri temi di carattere politico sono oggetto di una revisione da parte del Dipartimento per i Servizi Culturali di Hong Kong, che ha già portato alla rimozione dalle biblioteche di libri e documentari video considerati in violazione della legge sulla sicurezza nazionale, imposta da Pechino nel 2020.
In particolare, sono scomparsi dagli scaffali delle biblioteche centinaia di titoli riguardanti la strage di piazza Tienanmen, di cui il 4 giugno prossimo ricorre il 34esimo anniversario, secondo quanto riportano diversi media locali. Sulla questione dei libri politicamente sensibili scomparsi dalle biblioteche, il capo esecutivo della regione amministrativa speciale, John Lee, ha cercato di gettare acqua sul fuoco. "Prima di tutto, questi libri sono accessibili nelle librerie private", ha affermato oggi il leader di Hong Kong, in riferimento ai testi che trattano temi sensibili, mentre le biblioteche devono assicurare che i libri a loro disposizione siano "adatti alla circolazione". Tra le caratteristiche che i libri delle biblioteche devono avere, ha specificato Lee, c'è quella di non violare "alcuna legge" e di evitare che diffondano "ogni tipo di messaggi che non sono nell'interesse di Hong Kong".
Gli autori democratici via dalle librerie
Secondo il giornale Ming Pao, oltre il 40% del materiale video e dei libri riguardanti temi politicamente sensibili sarebbe già stato rimosso dalle biblioteche di Hong Kong. La situazione non sarebbe migliore nelle librerie, nonostante quanto affermato dal capo esecutivo. Una ricerca effettuata dal gruppo Photon Media, e pubblicata on line, su dieci titoli di autori di orientamento democratico distribuiti in tre grandi catene di librerie della città dava come risultato "nessuna informazione trovata". In diversi casi, le copie apparivano ormai fuori catalogo, o esaurite e non più in commercio, e gli stessi gestori delle librerie hanno dichiarato che dei titoli in questione sarebbero finite le scorte in tutti i punti vendita.
Dal 2021 è in corso una revisione dei titoli presenti nelle biblioteche della città cinese e l'opera di revisione, secondo quanto reso noto dalle autorità di Hong Kong il mese scorso, sarebbe quasi conclusa, con la rimozione di libri "apertamente contrari" agli interessi di sicurezza nazionale. L'imposizione da parte del governo cinese di una legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong ha spento i movimenti pro-democrazia che avevano alimentato le proteste del 2019, ed è stata fortemente criticata all'estero, soprattutto da Gran Bretagna e Stati Uniti.