AGI - L'Isola di Man ha un piano per risollevare la sua economia e contrastare l'invecchiamento della popolazione: diventare un centro nevralgico nella produzione ed esportazione di cannabis terapeutica. L’isola nel Mar d’Irlanda dipendente dalla corona britannica vuole ottenere entro il 2025 l’autorizzazione per 10 aziende per coltivare ed esportare prodotti a base di cannabis.
Il progetto rientra in un piano più ampio che punta a raddoppiare il PIL entro il 2032, creando migliaia di posti di lavoro in più, destinati ai giovani abitanti dell'isola. Il governo sta facendo ogni sforzo “per diversificare l’economia”, ha dichiarato al Guardian Tim Johnston, ministro per le imprese dell'Isola di Man. “Ammettiamo di avere una popolazione più anziana” della media. “Siamo ansiosi di vedere un cambiamento”.
Abbandonata da tempo la pesca, oggi il tessuto economico è rappresentato soprattutto dalle assicurazioni e dal gioco d'azzardo online, pari al 17% del reddito nazionale lordo, seguiti dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e dal settore bancario, pari al 9%.
L’isola di Man è anche conosciuta per essere un paradiso fiscale. Secondo il Tax Justice Network i flussi finanziari attraverso il territorio costano ad altri paesi miliardi di euro ogni anno in mancati introiti. Tuttavia Johnston ha respinto le critiche affermando che l'isola ha regolamentazione forte e trasparente.
Secondo un recente sondaggio di YouGov - commissionato da una clinica di cannabis terapeutica - 1,8 milioni di persone nel Regno Unito usano cannabis illegale per scopi medicinali come la gestione del dolore o l'ansia. Tuttavia per i produttori di Man non sarà facile posizionarsi nel mercato britannico.
Solo i medici specialisti possono prescrivere il farmaco nel Regno Unito e tutte le aziende che lo vendono devono soddisfare i severi requisiti dell'Agenzia regolatoria del farmaco.
E una volta superato l’iter, i produttori competeranno anche con una manciata di aziende britanniche che hanno già affrontato l'arduo processo, ottenuto l'approvazione dell'Home Office per la produzione di cannabis medicinale e guadagnato una fetta di mercato. Tra queste c’è GW Pharmaceuticals, che è stato il pioniere del Regno Unito prima di essere acquistato per 6,62 miliardi di euro. Quest’anno Celadon Pharmaceuticals ha ottenuto la possibilità di vendere olio di cannabis in Gran Bretagna.
Phytome, con sede in Cornovaglia, si sta concentrando sulla ricerca e l'estrazione di composti dalle piante di cannabis, piuttosto che sulla vendita alle farmacie. Un'altra startup britannica è Dalgety, che è a metà del periodo di crescita di 14 settimane per il suo primo lotto di piante nello Staffordshire.