AGI - Impegnata per salvare gli orsi 'Jj4' e 'Mj5' dall'abbattimento in Trentino, la Lega Anti Vivisezione (Lav) italiana è anche in prima linea da marzo 2022 per soccorrere tutti gli animali vittime del conflitto in Ucraina oltre a quelli dei rifugiati ucraini in Italia. Un'assistenza tempestiva che ha riguardato centinaia di animali, non solo cani e gatti, ma anche orsi e lupi, nel rifugio di White Rock Shelter, a Kiev.
"Per noi è stata una sfida gigantesca e le operazioni sono state molto complesse da gestire per la nostra unità di emergenza ancora giovane, nata nel 2019, ma per le catastrofi naturali quali terremoti, alluvioni e incendi. Mai avremmo pensato di dover intervenire in uno scenario così complesso come quello di una guerra". A parlare con l'AGI è Beatrice Rezzaghi, responsabile dell'Unità di Emergenza Lav, a margine di un evento a Roma, organizzato per raccontare del suo operato in Ucraina e per ringraziare i donatori.
"Prima di quel mese di marzo 2022, Lav non era mai intervenuta con una sua squadra fuori dai confini nazionali, per giunta in un Paese in cui non ha un suo ufficio, in un territorio in cui la situazione di partenza era già complessa, ad esempio per gli alti livelli di randagismo", aggiunge l'attivista. "Le due operazioni in terra ucraina e al confine con la Polonia sono state emotivamente molto forti, per non dire sconvolgenti, di quelle che lasciano il segno", confida Rezzaghi.
Non abituarsi alla guerra
A nome della Lav la responsabile dell'Unità di Emergenza lancia un appello rivolto a tutti, non solo a quanti sono in prima linea a tutela degli animali. "A 15 mesi dall'inizio della guerra, la sensazione condivisa da molti è che ormai ci siamo abituati alla guerra, eppure è una cosa a cui non ci si può abituare. Ci sono ancora esseri viventi che vivono sotto le bombe, nascosti, in povertà e senza cibo. Non dimentichiamoci di loro, che si tratti di umani come di animali", prosegue l'esponente di Lav.
Un impegno quello della Lega Anti Vivisezione portato avanti quasi dall'inizio del conflitto, quando la sua direzione ha deciso di diramare un comunicato in tre lingue per assicurare agli ucraini la propria disponibilità ad aiutarli. Inizialmente l'idea era quella di venire in aiuto agli ucraini rifugiati in Italia con i loro animali domestici, ma poi il passaparola ha funzionato e l'associazione è stata presto contattata da volontari dall'Ucraina che in situazioni davvero estreme - senza cibo, acqua ed elettricità - dovevano continuare a prendersi cura di animali, sotto le bombe. "Assieme alle persone, indubbiamente gli animali sono stati i soggetti che hanno sofferto di più.
Animali domestici abbandonati
Spesso cani, gatti e altri animali domestici abbandonati dai loro padroni hanno perso ogni riferimento. Lo stesso vale per i randagi la cui situazione è peggiorata notevolmente in città deserte, invase da animali totalmente spaesati", ha riferito Rezzaghi. Per giunta canili e rifugi hanno visto diminuire drasticamente donazioni e aiuti vari, così come il numero di volontari in grado di accudire gli animali.
La prima missione di salvataggio in Ucraina è stata effettuata dal 6 al 12 marzo 2022, con 5 mila km percorsi, due persone dello staff in viaggio e due trasportatori di animali da compagnia professionisti. Sul posto hanno incontrato dei volontari di un canile a Sud di Kiev (Cherksy) e a bordo di un camion 36 cani ucraini sono stati trasferiti in Italia, in diverse strutture milanesi, visto che sul posto le condizioni di sicurezza non erano più riunite.
Cani andati in adozione
Dopo le dovute pratiche sanitarie e burocratiche, molti di questi cani sono andati in adozione. Altri 10 cani sono stati trasferiti in Italia, tra cui Spayna, una cagnolina disabile proveniente da Kiev, rimasta paralizzata a causa di un incidente stradale.
La seconda missione, svolta dal 4 all'8 aprile, si è invece svolta al confine tra Polonia e Ucraina, nei centri di accoglienza degli sfollati.
Sul posto sono stati forniti cibo - 20 tonnellate di Almo Nature, con la Fondazione Capellino - coperte, cucce e tutto l'occorrente a rifugiati e volontari nel rifugio temporaneo Centaurus Shelter a Medyka, dove venivano ospitati e curati animali provenienti da canili e gattili ucraini. "Sono esperienze che lasciano il segno perchè abbiamo visto con i nostri occhi l'orrore della guerra.
La nostra Unità di Emergenza ha corso molti rischi ma siamo convinti che se vogliamo contribuire alla pace, dobbiamo mettere in atto azioni di concreta solidarietà e aiuto", sottolinea la direzione di Lav. Nel contempo è diventata sempre più fitta la rete di contatti con i volontari in diverse città ucraine, ai quali nel corso dei mesi sono stati forniti aiuti a distanza (cibo, antiparassitari).
Da maggio 2022 è stata anche stabilita una collaborazione con una clinica veterinaria a Dnipro, sfociata nel finanziamento degli interventi su animali feriti in guerra, nell'ambito di un progetto di chirurgia di urgenza, oltre all'invio di tutta l'attrezzatura chirurgica necessaria, quali bisturi, filo di sutura, farmaci e cibo medicato.
Il cane Kay ha ripreso a camminare
Tra gli animali curati c'è Kay, un cane che aveva sviluppato gravissimi problemi ortopedici; l'operazione veterinaria alla zampa anteriore destra gli ha ridato la possibilità di camminare. Sono poi emerse diverse problematiche riguardanti gli animali selvatici, che anche loro andavano aiutati. È così che Lav ha sostenuto la ricostruzione e il rafforzamento di una struttura che ospita orsi e lupi, il White Rock Shelter, provenienti da circo, dal sequestro da persone che li detenevano illegalmente e da maltrattamenti. Al momento sono ospiti della struttura quattro orsi e due lupe.
In parallelo Lav ha aiutato più di 150 famiglie arrivate in Italia con i più svariati animali domestici: oltre a cani e gatti anche pappagallo, porcellino d'india, e conigli. Ai rifugiati hanno garantito per un anno assistenza veterinaria, cibo e tutto l'occorrente per i loro animali. Finora Lav ha speso oltre 60 mila euro nei vari interventi attuati in Ucraina e in Italia e per il 2023 il budget stanziato è di 80 mila euro, per il solo White Rock Shelter.
"Dopo l'emergenza e l'assistenza temporanea, ora Lav guarda al futuro per garantire la continuità degli aiuti. Alla fine del conflitto ci sarà da ricostruire, tenuto conto che la situazione di partenza era già complessa. Quando si spegneranno i riflettori sul conflitto che, speriamo possa terminare quanto prima, c'è il rischio che animali e umani rimangano da soli. Il nostro obiettivo è quello di continuare a esserci", ha concluso Rezzaghi.