AGI - All'incoronazione di Carlo III il pubblico, da casa o anche da Westminster, sarà chiamato questa volta a giurare fedeltà alla corona e agli eredi al trono, su invito dell'arcivescovo di Canterbury. È una delle novità del cerimoniale del prossimo sabato 6 maggio che prevede anche quindi una partecipazione diretta del pubblico.
Un "chorus of millions of voices", (coro da un milione di voci, ndr.) che si concretizzerà nelle seguenti parole: "Giuro che presterò vera fedeltà a vostra maestà e ai vostri eredi e ai successori secondo la legge. Che Dio mi aiuti". Il coro sostituirà quello che anticamente era l' 'Homage of Peers', il giuramento vocale dei pari, cioè dei nobili di corte, al nuovo sovrano.
Il cerimoniale di sabato prossimo prevede anche, per la prima volta, la partecipazione attiva dei rappresentanti di fedi diversi da quelle cristiana. In particolare il premier Rishi Sunak, di fede induista, farà una lettura della Bibbia, nonostante la legge della Chiesa d'Inghilterra in effetti impedisca ad altre fedi di assumere un ruolo attivo nei suoi servizi.
Tra i nuovi elementi anche il Re che pronuncerà ad alta voce una preghiera appositamente scritta: un inno cantato in inglese, gallese, gaelico scozzese e irlandese in riconoscimento della "ricca eredita'" del Regno Unito; nonché partecipazione di vescovi anglicani donne. La liturgia dell'incoronazione, pubblicata questo fine settimana, è stata redatta da Lambeth Palace, la sede londinese dell'arcivescovo di Canterbury, in stretta consultazione con il re. I suoi nuovi elementi "riflettono la diversità della nostra società contemporanea", ha affermato l'arcivescovo Justin Welby.