AGI - "Noi ci aspettiamo la risposta sì. Crediamo di essere nei tempi, ne ho parlato ancora ieri sera con il ministro Fitto. Siamo a posto, per quanto riguarda quello che dovevamo fare abbiamo fatto. Quindi siamo ottimisti rispetto allo sblocco di questa rata" del Pnrr. Lo ha dichiarato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in un punto stampa a margine dell'Ecofin informale a Stoccolma. "È questione di ore ma penso che la situazione sia definita e quindi siamo assolutamente ottimisti", ha aggiunto.
"Non si può mettere un Paese di fronte alla prospettiva di scegliere se aiutare l'Ucraina o rompere le regole del Patto di stabilità. Mi sembra una cosa assurda". È la posizione in vece con cui il ministro ha lasciato la riunione in Svezia. Dopo una mattinata di confronti, anche serrati, sulla proposta di riforma del Patto di stabilità, presentata dalla Commissione europea mercoledì, ma anche sull'ormai ricorrente richiesta all'Italia di ratificare il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità.
La lista dei bilaterali riassume l'impegno di Giorgetti: ieri sera con la presidente della Bce, Christine Lagarde, e questa mattina con il suo omologo tedesco, Christian Lindner e con il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe e il direttore esecutivo del Mes, Pierre Gramegna. "Incontri costruttivi e amichevoli", assicurano dal Mef. "Noi siamo parte costruttiva, come appunto ha detto Lindner che si pone in termini costruttivi, anche noi ci poniamo in termini costruttivi. E vogliamo costruire", ha rivendicato Giorgetti in un punto stampa con i giornalisti italiani a lavori terminati.
"La mia controproposta è esattamente quella di considerare le spese di investimento, in particolare quelle eligibili ai fini del Pnrr e le spese per la Difesa, ad esempio quelle relative all'Ucraina, in modo diverso rispetto alla altre. Perché non si può mettere un Paese di fronte alla prospettiva di scegliere se aiutare l'Ucraina o rompere le regole del Patto di stabilità. Mi sembra una cosa assurda", ha spiegato.
"Rispetto alle regole geometriche che vuole la Germania noi riteniamo che non si possa tornare evidentemente al Patto di stabilità che noi abbiamo sempre contestato e che è nato in una particolare circostanza storica e quindi la proposta loro non trova una grande maggioranza e ne sono consapevoli anche loro. Non c'è la maggioranza necessaria, comunque bisognerà trovarla in un senso o nell'altro. E secondo me tocca ai poli opposti, cioe' Italia e Germania, fare uno sforzo in qualche modo per fare un passo avanti", ha evidenziato il titolare del Mef.
La ricerca di un equilibrio
E la Commissione cerca il compromesso proprio tra i due poli: quello della Germania, a cui si aggregano alcuni Paesi del Nord (compresa la Svezia che però non può esprimersi apertamente in quanto presidente di turno dell'Ue), che vorrebbe un parametro quantitativo per la riduzione del debito. Non basta lo 0,5% di taglio annuo del deficit contenuto nella proposta attuale. "È troppo tardi ormai e poi i parametri metrici non hanno mai funzionato in passato. La formula della Commissione è una torta composta da diversi ingredienti. Aggiungere il parametro per il taglio del debito e' come metterci sopra il cemento", ha commentato una fonte Ue.
I negoziati sulla green rule
"Se cominciamo a togliere questo e togliere quello, non resta niente e svanisce il piano per la riduzione del debito", evidenziano. La scuola di pensiero della green rule è minoritaria, sicuramente inferiore di quella tedesca dei parametri numerici. "Non ho ancora contato quanti sono i nostri alleati - ha ironizzato Giorgetti - ma stiamo negoziando per arrivare a un compromesso entro fine anno".
Negoziati - che il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, definisce "incoraggianti" - ma che sicuramente saranno lunghi e complicati. Almeno quanto lo sono quelli tra l'Italia e l'Eurogruppo per la ratifica del Mes, possibilmente entro fine anno per attivare la rete di protezione (backstop) in caso di crisi bancarie.
"Quello che diciamo noi è che il Mes è una parte, non la sola, rispetto a diverse situazioni che sono ancora in discussione e su cui anche noi abbiamo le nostre richieste, ad esempio l'avviamento dell'unione bancaria. Quindi a nostro giudizio se si vuole fare qualcosa d'importante per mettere in sicurezza il sistema europeo dobbiamo considerare il Mes ma non solo", ha ribadito Giorgetti.
"Ci rendiamo conto che sono negoziati, trattative e posizioni purtroppo ormai consolidate nel tempo e che necessitano di essere in qualche modo smosse", ha insistito. A giudicare gli umori di Bruxelles (e in parte di Francoforte) non emerge alcuna intenzione di riaprire il vecchio dossier del Fondo salva-Stati o di associarlo ad altre partite che riguardano l'unione bancaria o l'Edis, lo schema europeo per l'assicurazione dei depositi.
"È una posizione. Noi ne abbiamo un'altra. È chiaro che bisogna cominciare a discutere di tutto, a nostro giudizio. Questa è la nostra posizione", ha tagliato corto Giorgetti. È da considerarsi quasi chiusa invece la partita per il pagamento della terza rata del Pnrr all'Italia, in scadenza domani. Gentiloni ha parlato di un "lavoro molto positivo in corso". Giorgetti si è mostrato ottimista: "Siamo a posto, per quanto riguarda quello che dovevamo fare abbiamo fatto. È questione di ore ma penso che la situazione sia definita e quindi siamo assolutamente ottimisti".