AGI - Aveva preso parte a un documentario che raccontava la storia di quattro prostitute transgender a New York e in Georgia, ma non potrà mai vedere la gioia di assistere alla proiezione. Rasheeda Williams, 35 anni, la trans afroamericana di Atlanta protagonista del docufilm "Kokoma City", è stata uccisa a colpi di pistola in un centro commerciale, ad Atlanta. La notizia è stata data dalla produzione del film. "Quando siamo arrivati - ha spiegato la polizia - una donna era a terra, colpita da armi da fuoco. È stata dichiarata morta sul posto".
La polizia non aveva fornito il nome della vittima. È stata D Smith, regista del docufilm, a rivelarlo. "Rasheeda - ha scritto su Instagram - è l'ultima vittima della violenza contro le transgender nere. Io ho voluto girare Kokomo City perche' volevo mostrare il lato giocoso, umano e naturale delle donne trans afroamericane. Volevo creare immagini che non mostrassero il trauma o richiamassero alle tragiche statistiche di morte".
Trans woman Rasheeda Williams featured in the hit Sundance documentary ‘Kokomo City’ has been shot and killed in Atlanta.
— Everything Georgia (@GAFollowers) April 21, 2023
She was 35 years old. pic.twitter.com/9G3rutydzT
La polizia non ha confermato che la donna, apparsa nel film come Koko, fosse stata presa di mira in quanto trans. Daniella Carter, che ha recitato nel documentario, e che era stata premiata al Sundance Film Festival a gennaio, ha detto che lei e la vittima erano "sorelle per sempre, ce lo eravamo promesse, ma purtroppo lei ora non c'è più".
"Tutti i transgender dovrebbero essere vivi oggi - ha commentato l'associazione Gay & Lesbian Alliance Against Defamation - tutti hanno diritto a vivere in sicurezza e a essere accettati, amati dalle loro famiglie, dalle loro comunità, in un mondo dove tutti siamo più liberi". Il docufilm aveva già ricevuto critiche positive per il modo insolito di trattare il tema, fuori dagli schemi. "Nella vita vera - ha commentato D Smith, transgender vincitrice di un Grammy come producer musicale - le donne trans sono divertenti. Noi siamo tristi, sexy, e abbiamo parti del corpo che sono ormai nostre. È tempo di riconoscerlo, dobbiamo mettere fine a questa fortezza che ci siamo costruite, isolandoci dal vivere pienamente nella società".
Dopo la morte di William, la regista ha detto che "è stato estremamente difficile abituarsi all'idea che Koko non ci fosse più, ma come squadra siamo ancora più determinati a fare in modo che il mondo venga incoraggiato a conoscere la sua storia, a mostrare quanto bella e piena di vita fosse". "Lei - ha concluso - ispirerà le future generazioni e non sarà mai dimenticata".