AGI - La Germania chiude i suoi ultimi tre reattori nucleari. Sabato le centrali di Isar 2 (sud-est), Neckarwestheim (sud-ovest) e Emsland (nord-ovest) sono state scollegate dalla rete elettrica. "I rischi associati all'energia nucleare sono decisamente incontrollabili", ha dichiarato il ministro dell'Ambiente, Steffi Lemke. Il percorso di uscita dall'energia atomica non è stato breve.
Dopo una prima decisione di Berlino all'inizio degli anni Duemila di abbandonare gradualmente l'atomo, l'ex cancelliere Angela Merkel ha accelerato il processo dopo il disastro di Fukushima nel 2011. Dal 2003, la Germania ha già chiuso 16 reattori.
L'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio 2022 avrebbe potuto rimettere tutto in discussione. Privata del gas russo, il cui flusso è stato sostanzialmente interrotto da Mosca, la Germania si è trovata esposta agli scenari peggiori, dal rischio di chiusura delle fabbriche a quello di rimanere senza riscaldamento.
Alla fine l'inverno è passato senza carenze, il gas di Mosca è stato sostituito con quello di altri fornitori, ma nel frattempo il consenso intorno all'abbandono del nucleare si è sgretolato: in un recente sondaggio per l'emittente pubblica Ard, il 59% degli intervistati ha affermato che abbandonare il nucleare in questo contesto non è una buona idea.
Critiche sono arrivate anche da imprenditori e forze politiche. La Germania dovrebbe "espandere l'offerta di energia, non limitarla ulteriormente", ha lamentato il presidente delle Camere di Commercio tedesche, Peter Adrian.
"Si tratta di un errore strategico in un contesto geopolitico ancora teso", gli ha fatto eco Bijan Djir-Sarai, segretario generale del partito liberale Fdp. Le ultime tre centrali chiuse hanno comunque fornito solo il 6% dell'energia prodotta nel Paese lo scorso anno, mentre l'energia nucleare rappresentava il 30,8% del paniere complessivo nel 1997. Nel frattempo, la quota di energie rinnovabili nel mix di generazione è salita al 46% entro il 2022, da meno del 25% di un decennio prima.