AGI - Connor Sturgeon, 23 anni, il killer ucciso dalla polizia di Louisville, Kentucky, dopo la strage in banca in cui quattro persone sono morte e nove sono rimaste ferite, tre delle quali in modo grave, stava facendo una diretta streaming su Instagram. Lo ha riferito la polizia, che ha spiegato di essere in possesso del video. "Vi dirò questo - ha spiegato il capo ad interim della polizia, Jacquelyn Gwinn-Villaroel - il sospettato stava facendo una diretta streaming. Purtroppo è una cosa tragica sapere cosa stava succedendo là fuori e che tutto veniva registrato".
Vendetta per il licenziamento
Con il passare delle ore cominciano a delinearsi i contorni dell'ennesima strage americana, la 145esima dall'inizio dell'anno, quindici dall'inizio di aprile. Questa, rispetto alle più recenti, tra cui il massacro nella scuola elementare in Tennessee, costata la vita a tre bambini e a tre persone del corpo scolastico, presenta l'aspetto inquietante della diretta streaming, un particolare che aveva caratterizzato un'altra strage, quella a Buffalo, New York, il 14 maggio dell'anno scorso, quando un ragazzo di 18 anni aveva fatto irruzione in un supermercato e aveva ucciso dieci persone, tutte afroamericane.
Il killer, anche stavolta, è un giovane bianco, figlio di una famiglia benestante, ma il motivo non è razziale: a Sturgeon, originario dell'Indiana, figlio dell'ex coach della squadra di basket dell'Università di Indianapolis, era stato notificato il licenziamento dalla banca, la Old National Bank, dove era entrato in pianta stabile nel giugno del 2021. Il ragazzo sembrava avviato verso una carriera rapida e luminosa: ex giocatore di basket al liceo, segnalato un anno come studente modello, si era laureato nel dicembre 2020 alla University of Alabama, e in pochi mesi aveva ottenuto un master in finanza. Dopo aver lavorato come stagista nella banca, era stato assunto, ma le cose hanno preso una piega diversa. La direzione gli aveva comunicato il licenziamento e lui ha preparato la vendetta.
Un massacro annunciato
Prima di uscire da casa, Sturgeon aveva lasciato un messaggio ai genitori, in cui preannunciava la strage. Su Instagram aveva postato una serie di messaggi inquietanti, in cui diceva, tra l'altro: "Se non ascolteranno le parole e le proteste, sentiranno questo", intendendo probabilmente le armi. E ancora: "So quello che devo fare ma non so se ho la forza per farlo". Alle 8,30 di mattina, con l'apertura degli uffici, Sturgeon è entrato in banca, armato di un fucile da guerra tipo Ar-15, e ha messo in atto il suo piano.
Sotto i suoi colpi sono morti Tommy Elliott, 63 anni, Jim Tutt, 64, Josh Barrick, 40 e Juliana Farmer, 57. Elliott era un dirigente di banca, Barrick si era sposato da pochi mesi e su Facebook aveva postato di recente l'immagine di una grigliata, Farmer stava per diventare nonna e lo aveva annunciato ai suoi amici sul social, appena ieri. Tra i feriti c'è anche un poliziotto di 26 anni, Nickolas Wilt, entrato in servizio a fine marzo. Colpito alla testa, l'agente è stato operato e resta in gravi condizioni.
Il governatore del Kentucky, Andy Beshear, democratico, ha rivelato che due delle vittime, tra cui Elliott, erano suoi grandi amici, e un terzo è rimasto ferito. Sia lui, sia il sindaco della città, Craig Greenberg, anche lui democratico, hanno evitato di parlare dell'emergenza armi, forse per non essere accusati dai Repubblicani di politicizzare l'ennesima strage.
Biden ai Repubblicani: "Quando agirete?"
La Casa Bianca ha ribadito l'appello ai conservatori ad agire. "Quanti altri americani devono morire - ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden - perché i Repubblicani agiscano?". "Io - ha però raccontato il sindaco - sono uno che è sopravvissuto a una strage sul posto di lavoro. So che chi ci è passato restera' traumatizzato. Noi siamo qui per aiutarvi". La polizia ha spiegato che le indagini sono tutt'ora in corso per capire le motivazioni della strage.
Il licenziamento deve essere stato l'innesco di un qualcosa che il killer covava da tempo. In un saggio scritto nel 2018, un utente della University of Alabama che si firmava Connor Sturgeon aveva confessato problemi di autostima. "Alle medie e al liceo - aveva scritto - ho avuto difficolta' nel sentirmi a posto, e questo ha finito per lasciarmi addosso una immagine negativa che ancora oggi persiste. Farmi amici non è mai stato facile, per questo rispetto ad altri ho una maggiore esperienza a ritrovarmi da solo".