AGI - Il Parlamento turco ha approvato la richiesta di ingresso della Finlandia alla Nato: un atto atteso e annunciato, dopo l'incontro avvenuto a metà marzo ad Ankara tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l'omologo finlandese Sauli Niinisto. La scorsa settimana la Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento turco aveva dato il via libera alla ratifica dell'adesione, spianando la strada al Parlamento, che ha dovuto agire in tempi brevissimi, considerando anche che la Turchia si avvia verso lo scioglimento delle Camere in vista dell'appuntamento con le urne del prossimo 14 maggio.
Dovrà aspettare invece il risultato delle elezioni e la formazione del nuovo Parlamento ed esecutivo la Svezia, il cui ingresso sarà probabilmente ratificato dalla Turchia solo dopo il responso delle urne. Del dossier Stoccolma se ne riparlerà non prima giugno. I due Paesi aspiranti membro Nato avevano siglato un'intesa con il governo turco lo scorso giugno al vertice dell'Alleanza atlantica a Madrid in cui si sono impegnati a rimuovere l'embargo sulla vendita di armi decisa nel 2019 nei confronti della Turchia, vietare manifestazioni, raccolte fondi e reclutamento in favore di organizzazioni separatiste curde come il Pkk e Ypg e l'estradizione di elementi legati allo stesso Pkk o accusati di aver preso parte al golpe del 2016 e attualmente residenti nei due Paesi scandinavi.
Impegni cui i due Paesi hanno fatto fronte in maniera diversa. Mentre non si sono registrate frizioni con la Finlandia, sono state numerose le polemiche con la Svezia, il cui ambasciatore è stato ripetutamente convocato presso il ministero degli Esteri di Ankara. Una difformità di comportamento che ha rischiato di compromettere l'allargamento, bloccandolo poi di fatto per mesi.
La svolta che ha portato alla divisione delle strade di Svezia e Finlandia è arrivata con il rogo del Corano avvenuto dinanzi l'ambasciata turca a Stoccolma lo scorso 24 gennaio. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo le polemiche scaturite da manifestazioni contro la Turchia e a favore del Pkk autorizate nella capitale svedese e show televisivi mirati a irridere e colpire il governo Erdogan.
Lo stesso leader turco, dopo il rogo del Corano, si era espresso in maniera perentoria: "Non si aspettino il nostro sostegno", disse rivolgendosi alla Svezia. Un po' a sorpresa Erdogan aggiunse di "non avere problemi con la Finlandia". Per la ratifica relativa la sola Finlandia è stato però necessario l'intervento del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il viaggio del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.
Per l'allargamento della Nato è necessaria la ratifica da parte di tutti i 30 Paesi membri dell'Alleanza. Oltre alla Turchia si è fatta attendere a lungo anche la ratifica da parte del Parlamento ungherese, che ha dato tre giorni fa il via libera alla Finlandia, ma non alla Svezia. Al governo ungherese non sono piaciuti i ripetuti commenti negativi e critiche giunti da Stoccolma nei confronti del governo del premier ungherese Viktor Orban, come ha sottolineato il suo portavoce Zoltan Kovacs.