AGI - La proprietà del Guardian, giornale di Londra, si scusa con i lettori. Si scusa perché uno studio accademico indipendente commissionato nel 2020 ha scoperto che John Edward Taylor, giornalista e commerciante di cotone che ha fondato il quotidiano nel 1821 e altri undici uomini d’affari di Manchester che ne sostennero la nascita, “sono stati degli schiavisti, soprattutto nel settore tessile”.
La scoperta è avvenuta dopo che i ricercatori delle università di Nottingham e Hull hanno identificato i rapporti tra Taylor e le piantagioni delle Sea Islands, lungo la costa della Carolina del Sud e della Georgia, e dopo aver esaminato il registro delle fatture che dimostrava che la società mercantile “Shuttleword, Taylor & Co riceveva cotone dalla zona, che includeva le iniziali e i nomi degli schiavisti proprietari delle piantagioni” stesse.
Le prime due parti della ricerca sono riuscite a stabilire anche l’entità degli investimenti e le partnership commerciali di Taylor e l’identità degli undici uomini d’affari “che gli hanno prestato 100 sterline ciascuno per fondare il Manchester Guardian”, sottolinea la testata inglese. Altresì, i ricercatori “non sono stati in grado di mettere a fuoco gli interessi di due di loro, ma dei restanti nove è stato dimostrato il loro legame con la riduzione in schiavitù dei loro dipendenti”.
La terza fase della ricerca, infine, si è concentrata “sull’identificazione di alcune delle persone ridotte in schiavitù” collegate ai finanziatori del Guardian, persone dall’età variabile tra i 90 e i 7 anni e impiegate nella piantagione di Spanish Wells a Hilton Head Island negli Stati Uniti nell’anno 1862.
Oltre alle scuse “alle comunità colpite identificate dalla ricerca accademica indipendente e ai discendenti degli schiavi ancora in vita per il ruolo che il Guardian e i suoi fondatori hanno avuto in questo crimine contro l’umanità”, lo Scott Trust Ltd, la società britannica che possiede la testata, si è anche scusato circa “le prime posizioni editoriali assunte dal giornale, che sono servite a sostenere l’industria del cotone e, quindi, lo sfruttamento degli schiavi”.
Da parte sua, lo Scott Trust ha dichiarato di voler investire più di 10 milioni di sterline (12,3 milioni di dollari americani) per risarcire i discendenti delle comunità schiavizzate dai fondatori del Guardian nel corso del XIX secolo.